La scatola nera in auto, conviene davvero per l’assicurazione?
di Giancarlo Sali | 28-11-2014 | Assicurazioni, Assicurazioni RC AutoLa scatola nera per risparmiare sulla Rc Auto: scopriamo bene di cosa si tratta.
Da qualche anno le compagnie di assicurazione propongono ai loro clienti d’installare (a spese delle compagnie stesse) sulle autovetture assicurate una scatola nera che analizzi in tutto e per tutto i comportamenti di guida, per scovare eventuali frodi o comportamenti fuori norma, in cambio di uno sconto sulla polizza assicurativa: insomma niente più truffe sugli incidenti, ma allo stesso tempo si pagherà un premio assicurativo in linea con la realtà (basta insomma a tariffe che aumentano anche quando non commetti incidenti, per andare a coprire le truffe altrui).
Finora sono state 2 milioni le scatole nere installate, in riferimento però a ben 40 milioni di automobili assicurate in Italia (appena 1 su 20 quindi). Questo dato scoraggia gli stessi automobilisti, perchè in un eventuale incidente solo il proprio comportamento sarebbe monitorato, mentre quello dell’altro no, e quindi quest’ultimo potrebbe continuare a raccontare quello che vuole a proprio vantaggio.
Per questo quasi soltanto i giovani neo patentati, costretti a pagare cifre astronomiche sulla Rc Auto, ricorrono alla scatola nera, per ricevere degli sconti significativi, in compenso dell’essere “osservati” h24 durante la guida.
Le compagnie invece sarebbero contente di allargare la platea degli assicurati con scatola nera a bordo, anche se un’estensione totale (considerando il costo di 200 euro) non è ad oggi possibile, e comunque le stesse compagnie non lo propongono agli assicurati in classe 1, perché dovrebbero premiarli nuovamente con uno sconto, e sanno che essendo anni che non commettono incidenti, non troverebbero certo in loro frodi o comportamenti fuori legge.
Eh sì perchè le assicurazioni non sono certo enti di beneficenza, e l’aumento indiscriminato delle tariffe nonostante le liberalizzazioni è dato anche da una loro scelta precisa, perchè se si trovassero da domani in un Mondo senza frodi e truffe, e quindi costrette ad applicare tariffe la metà di quelle attuali, come nel resto d’Europa d’altronde, anche i loro profitti scenderebbero sensibilmente.
E poi infine parliamo della differenza di tariffe in base alla zona di residenza, che offende il comune buon senso. Se è vero infatti che a Napoli c’è più pericolo di commettere incidenti che in provincia di Bolzano, almeno chi è in classe 1 di una grossa città, proprio per i meriti accumulati, non dovrebbe pagare molto di più di chi è in classe 1 in un paesino. L’unificazione delle tariffe, almeno di quelle della prima classe, fu proposta anche in Parlamento qualche tempo fa, ma ovviamente fu poi tutto accantonato per la protesta delle lobbies in questione.
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