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La scatola nera sulle automobili: obbligatoria da quando e per chi
di Iria | 02-02-2024 | News Assicurazioni, News Assicurazioni AutoBlack box obbligatoria? Ecco cosa c'è da sapere sulla scatola nera che fa risparmiare sull'assicurazione.
Alla fine dell’anno scorso (Il Sole 24 ore) in Italia erano 9,9 milioni con un tasso di penetrazione del 21,5% del totale. Sul tavolo c’erano però – e ci sono ancora – un paio di problemi legati alla questione della privacy e alla differenza (e difficile convivenza) tra quelle introdotte dalle compagnie di assicurazioni e quelle rese obbligatorie dall’Unione Europea, come ricorda l’approfondimento dell’ACI. Sulle “scatole nere” per le auto è insomma il caso di fare chiarezza.
Sommario
Cosa è la scatola nera
La “scatola nera”, o “black box” o EDR (Event Data Recorder) è quel dispositivo che registra e raccoglie dati utili per ricostruire la dinamica di un incidente (per esempio velocità, spostamenti, accelerazione e decelerazione, posizione e inclinazione del veicolo). La “black box” è già presente in diversi tipi di vetture. Molti automobilisti infatti ne hanno accettato l’installazione da parte delle compagnie di assicurazione in cambio, nella maggior parte dei casi, di uno “sconto” sul premio da pagare. Ma il dispositivo reso obbligatorio dall’UE deve rispettare parametri precisi.
Il Regolamento UE
Il Regolamento UE 2019/2144 ha imposto che dal 6 luglio del 2022 la “scatola nera” sia obbligatoria per le auto di nuova omologazione (l’omologazione è il documento che un costruttore di veicoli deve ottenere dalle istituzioni per i nuovi modelli o le nuove versioni di modelli già esistenti). Da questa estate, esattamente dal 7 luglio 2024, l’obbligo sarà esteso anche a tutte le auto di prima immatricolazione (l’immatricolazione è la registrazione presso la Motorizzazione di un singolo veicolo nuovo già omologato dal costruttore). Dal 2029 infine l’obbligo varrà anche per i mezzi pesanti.
Per le auto già circolanti, in conclusione, il Regolamento UE non ha cambiato nulla e l’obbligo non sussiste. Solo il proprietario può decidere se far installare o meno una “black box” in accordo con la propria compagnia di assicurazione.
Obbligatoria e non
Tra l’una e l’altra “scatola nera”, quella prevista dall’UE e quella offerta dal “mercato”, esistono però delle differenze.
Anzitutto la “black box” da Regolamento UE deve essere predisposta direttamente dal costruttore di auto, mentre quella fornita dalle compagnie di assicurazioni viene installata sul veicolo.
Inoltre, la scatola nera obbligatoria non può in alcun modo essere disinstallata mentre tecnicamente i dispositivi forniti dalle assicurazioni possono essere disinstallati ed è per questo “fatto divieto all’assicurato di disinstallare, manomettere o comunque rendere non funzionante il dispositivo installato”.
Last but not least, il Regolamento Europeo impone che nessun dato sensibile, compresi i dati che possono ricondurre al veicolo o al suo proprietario, possa essere memorizzato e che l’accesso ai dati sia possibile solo alle forze di polizia e solo in relazione all’incidente di cui le stesse forze di polizia si stanno occupando. Per le assicurazioni, invece, molte informazioni sono fondamentali, per esempio per prevenire e individuare tentativi di truffa. E si tratta di informazioni che sono considerate prove in caso di incidente. Secondo l’articolo 145 bis del Codice delle assicurazioni private, infatti, “quando uno dei veicoli coinvolti in un incidente risulta dotato di un dispositivo elettronico che presenta le caratteristiche tecniche e funzionali stabilite (…), e fatti salvi, in quanto equiparabili, i dispositivi elettronici già in uso alla data di entrata in vigore delle citate disposizioni, le risultanze del dispositivo formano piena prova, nei procedimenti civili, dei fatti a cui esse si riferiscono, salvo che la parte contro la quale sono state prodotte dimostri il mancato funzionamento o la manomissione del predetto dispositivo”.
Dubbi e prospettive
Applicare quanto stabilito dal Regolamento UE sembra essere meno semplice di quanto si immaginerebbe. Per un verso, dunque, in questo momento non si può escludere il paradosso di automobili che viaggiano con due scatole nere e, per altro verso, non si può escludere che le aziende produttrici di automobili chiedano ai clienti l’autorizzazione a cedere i dati a terzi, quali, appunto, le compagnie assicuratrici.
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