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Fumare alla guida: è davvero consentito? Quali sono le conseguenze
di Ilaria Macchi | 27-09-2019 | News Noleggio
Pensare di non fumare alla guida è quasi impossibile per chi è affetto ormai da tempo da questo vizio, soprattutto se ci si appresta a compiere un viaggio piuttosto lungo. Non tutti sanno però che questo è in realtà proibito secondo una specifica normativa in determinate situazioni. Il rischio per gli irregolari è quello di incorrere in sanzioni piuttosto pesanti. È quindi bene conoscere quali sono i provvedimenti attualmente in vigore per evitare di andare incontro a situazioni spiacevoli.
Sommario
Fumare alla guida 2019 – Ci sono conseguenze per chi lo fa?
Avere il vizio del fumo fa certamente poco bene al fisico, ma anche a livello psicologico non è certamente il migliore dei comportamenti: lo sanno bene i fumatori, che non riescono a trascorrere diverse ore senza avere una sigaretta tra le mani. Tutto questo può essere particolarmente problematico soprattutto per chi è abituato a trascorrere ore della giornata al volante, magari per motivi di lavoro. Cosa fare in questi casi? Se non è possibile fare una pausa nel proprio percorso appositamente per questo e fermarsi in una piazzola diventa quasi inevitabile dover fumare anche alla guida.
Questo modo di agire non è però del tutto corretto, anche sul piano legale. Il problema nasce innanzitutto a livello di sicurezza: mettere alla bocca la sigaretta ma allo stesso tempo compiere le manovre necessarie con la propria auto può inevitabilmente diminuire il livello di attenzione, in modo particolare se la strada in cui si viaggia ha più di una curva.
La situazione è però parzialmente differente a livello normativo, anche se si tratta di un provvedimento di cui non tutti sono a conoscenza o che molti addirittura ignorano. Diversi automobilisti, infatti, tendono a considerare la propria vettura un po’ come “il proprio regno personale” dove è possibile esprimersi liberamente senza troppe costrizioni, un po’ come accade normalmente anche tra le mura domestiche dove, al massimo, si evita di fumare in presenza di persone a cui questo possa effettivamente dare fastidio. Ormai da qualche tempo anche per gli automobilisti fumatori il principio che dovrebbe essere seguito è piuttosto simile.
Tutto è cambiato con il decreto legislativo n. 6 del 12 gennaio 2016, che ha introdotto alcune limitazioni in merito al fumo quando ci si trova in macchina. Il decreto fa riferimento alla legge 584/1975, che stabilisce il divieto di fumo nei luoghi chiusi e all’interno di mezzi pubblici di trasporto, una norma che in un primo tempo aveva fatto discutere perché finiva per scardinare un’abitudine per molti consolidata ma nata proprio per cercare di privilegiare il benessere di alcune categorie.
La disposizione ha stabilito il divieto di fumare quando ci si trova in auto, valido sia quando il mezzo si trova in movimento ma anche quando questo è fermo in sosta anche solo per qualche minuto. Non si tratta comunque di una proibizione assoluta, ma che deve essere rispettata quando all’interno dell’abitacolo è presente un minore di 18 anni o una donna in evidente stato di gravidanza.
L’intento che si desidera raggiungere è particolarmente nobile. Si punta infatti a mettere in evidenza come respirare la nicotina di una persona a noi vicino, anche in modo passivo, possa essere nocivo. Non mancano certamente le giovani in attesa di un bambino che, pur consapevoli delle raccomandazioni dei medici, continuano a fumare anche in prima persona, ma il primo a esserne danneggiato è proprio il nascituro. Allo stesso tempo si ritiene davvero fondamentale fare il possibile per tutelare i ragazzi che, anche in adolescenza, diventano dipendenti da sostanze che poco fanno bene all’organismo. In realtà, i tabaccai hanno l’obbligo di chiedere un documento di identità a chi si presenta da loro per acquistare un pacchetto di sigarette per attestarne l’età, anche se questa prescrizione viene troppo spesso ignorata.
Il divieto ha una duplice validità: la proibizione viene infatti applicata sia nel caso in cui ci si trovi alla guida sia che si sia un semplice passeggero. In tutti gli altri casi è comunque possibile agire liberamente, senza il rischio di incorrere in una multa.
Una limitazione che può fare male anche al portafoglio?
Ma quali sono le sanzioni previste per i trasgressori?
Le multe in questo caso sono le stesse che vengono applicate per chi viene sorpreso a fumare all’interno dei luoghi chiusi: l’importo può andare da un minimo di 27,50 a un massimo di 275 euro; vista la presenza di categorie protette (donne incinta e minori) raddoppiano.
L’applicazione è comunque piuttosto rigida. Il ricorso per chi ritiene di essere vittima di un’ingiustizia può infatti essere presentato solo al prefetto entro un tempo massimo di 30 giorni e non al giudice entro 60 giorni come previsto dal Codice della Strada.
Il principio vale anche per la sigaretta elettronica alla guida? Questa è ormai sempre più diffusa e viene spesso utilizzata anche da chi pensa in questo modo di abbandonare gradualmente questa abitudine poco salutare, ma la situazione è differente. Almeno per ora, salvo ulteriori precisazioni che potrebbero essere inserite più avanti, all’interno della normativa non si trova nessun accenno a questo. Chi è abituato a dare sfogo al proprio vizio in questo modo non dovrebbe incorrere in alcun rischio di sanzione.
Se all’interno dell’abitacolo è presente un minore con un’età inferiore ai 12 anni, la legge si mostra molto più severa. In questo caso specifico, infatti, la sanzione amministrativa viene raddoppiata e può raggiungere anche il massimo previsto, ovvero 500 euro.
Non è previsto nemmeno uno sconto per chi provvede a effettuare il pagamento entro 5 giorni dalla notifica, cosa che invece può avvenire per le multe generate da altri tipi di comportamenti irregolari.
I controlli necessitano però ancora di qualche perfezionamento. Nonostante l’intento più che lodevole, infatti, rimane ancora piuttosto difficile riuscire a sorprendere gli irregolari. In molti casi si riesce a farla franca spegnendo la sigaretta non appena si percepisce di essere in prossimità di una pattuglia delle forze dell’ordine.
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