Servosterzo elettrico e idraulico: differenze

di | 05-08-2023 | News Noleggio

Quali sono le differenze tra un servosterzo elettrico ed un servosterzo idraulico? Cerchiamo di fare chiarezza e capire cosa cambia

Servosterzo elettrico e idraulico: differenze
Confronta

Vi immaginate lo sforzo nel fare le manovre, senza il servosterzo? Chi ha la patente da oltre 25/30 anni, se lo ricorda bene. Ruotare lo sterzo richiedeva bicipiti allenati. Poi, con l’arrivo del meccanismo, la guida si è fatta più rilassante e comoda. Questo perché il servosterzo consente di applicare una forza inferiore rispetto a quando non c’era, girando il volante più facilmente. Ne esistono due tipi poi, quello elettrico e quello idraulico. Quali sono le differenze tra i due? Facciamo chiarezza.

Sommario

Il servosterzo elettrico

Iniziamo con il servosterzo elettrico, tecnologia che aiuta il guidatore soprattutto nelle fasi di parcheggio, dove a vettura ferma, gli pneumatici generano un superiore attrito col terreno. In ogni caso, si parla di servosterzo elettrico quando il dispositivo utilizza un motorino elettrico collegato al piantone dello sterzo. Chiaramente il motorino elettrico è gestito da una centralina. E’ questa che modifica l’azione del motorino, in base alle informazioni ricevute da un sensore. E’ in ogni caso un sistema preciso, soprattutto perché la risposta dello sterzo varia in base alla velocità della vettura. Alle basse velocità l’intervento del servosterzo sarà maggiore, mentre al contrario, con l’aumentare della velocità, l’intervento sarà minore.

Ricordatevi inoltre che il servosterzo elettrico garantisce un maggiore risparmio di energia se confrontato con quello idraulico. In caso di avaria poi, sul quadro strumenti si accenderà immediatamente una spia luminosa che vi segnalerà il problema. E’ poi importante sapere che, in caso di avaria del sistema, sarà comunque possibile continuare a guidare l’auto. Avremo solo uno sterzo più duro da girare. Citiamo infine il sistema dual drive, utilizzato da Fiat a fine anni ’90. Tramite un pulsante, consentiva di alleggerire ulteriormente lo sterzo per effettuare le manovre di parcheggio.

Il servosterzo idraulico

Passiamo ora al servosterzo idraulico, tecnologia che nasce principalmente per equipaggiare i veicoli pesanti. Dopo un primo utilizzo su trattori ed autocarri, fu poi utilizzato per le grosse berline. Oggi non è molto utilizzato, poiché quello elettrico è da considerarsi decisamente più evoluto. Ma in cosa si compone? Sostanzialmente è composto da un serbatoio dell’olio ed una pompa ad ingranaggi azionata dal propulsore. Ci sono poi dei particolari più piccini, quali il distributore con quattro luci normalmente sempre chiuse ed un dispositivo di comando del distributore (trova spazio nel piantone dello sterzo, dove al suo interno c’è una vite globoidale ed altri pezzi che non citiamo, o entreremo in un discorso troppo tecnico).

E’ forse più interessante il funzionamento. A sterzo fermo, l’olio inviato dalla pompa al distributore resta fermo e non passa, poiché le luci del distributore stesso sono chiuse. L’olio ritorna così al serbatoio tramite un tubo di recupero. Quando invece si sterza, la rotazione del volante stesso va a comandare il dispositivo che apre due delle quattro luci. Tramite un piccolo tubo, l’olio è convogliato in una delle due camere del cilindro operatore. Con l’aumento di pressione nella camera, lo stantuffo viene spostato nel senso opposto, agendo così sui leveraggi delle ruote. Così facendo, la sterzata sarà agevolata. Il servosterzo idraulico, favorisce il feeling di guida, ma essendo sempre in funzione, assorbe più energia.

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