Sistema APS auto: cosa significa ed a cosa serve?
di Fabio Caliendo | 19-06-2019 | AutoViviamo in un mondo dove cerchiamo costantemente di “facilitarci” le cose. In questo la tecnologia, va detto, aiuta e non poco. Parliamo chiaramente di quella applicata sulle automobili. I sistemi ADAS, aiutano, incrementano la sicurezza di chi è a bordo, ma ci sono anche dei sistemi “secondari”, non certo indispensabili, che vanno valutati. Pensiamo al parcheggio, non sempre così facile, soprattutto se con auto piuttosto grandi. Oggi grazie ai sensori, è tutto più facile, il cicalino, o “beep” che sia, si fa più intenso con l’avvicinarsi dell’ostacolo permettendoci di non fare danni.
I sensori di parcheggio sono dunque un grosso aiuto, soprattutto per certe vetture che hanno poca visibilità, sia al posteriore, che all’anteriore, e persino nella vista a tre quarti. L’uomo, e di conseguenza la tecnologia, è però andata avanti, fino a sviluppare il sistema di parcheggio automatico, che possiamo identificare con la sigla APS.
Sommario
Sistemi APS: non solo per berline
Come tutte le cose mano a mano che passano gli anni, le autovetture di dimensioni più contenute vengono equipaggiate con gli accessori riservati ad auto di lusso fino a pochi anni prima. Il caso dell’APS, ne è un esempio. Riservato solo alle grosse berline di classe medio – alta, superiore e di lusso, oggi può essere tranquillamente “montato” anche sulle berline compatte o auto più piccole. Chiaramente, si tratta di una tecnologia piuttosto semplice, e di conseguenza con un prezzo abbastanza accessibile.
Come funziona l’APS
L’APS, come accennato sopra, è piuttosto semplice. I sensori di parcheggio, posti sui paraurti anteriori e posteriori, “leggono” la distanza tra la nostra auto e l’altro veicolo fermo. Parliamo poi di sensori integrati nella carrozzeria e che dunque poco impattano a livello visivo. Funzionano con gli ultrasuoni, e tramite la centralina che gestisce il tutto, registrano la riflessione dei segnali trasmessi.
La superficie libera, davanti e dietro il nostro mezzo è indicata con un segnale acustico sopraccitato. Più siamo vicini all’ostacolo, più il “beep” sarà frequente, fino ad essere “costante”, fisso. A questo punto, a seconda del costruttore, abbiamo 10 o 20 centimetri di spazio, prima di impattare. Ci sono poi dei sistemi più evoluti, che attraverso il computer di bordo o un display sulla plancia, indicano la distanza o addirittura tramite una microcamera, ci fanno vedere cosa accade dietro di noi. Il sistema di attiva appena inserite la retromarcia, mentre gli anteriori tendono ad essere costantemente attivi fino ad una velocità inferiore ai 20 km/h.
Oltre l’APS: il Parking Assistant
Lo step successivo, è il Parking Assistant. Tramite un’ECU, l’auto parcheggerà da sola. La centralina calcola i dati inviati dai sensori, la distanza dall’ostacolo, e come inserite la marcia (prima va ovviamente attivato il sistema), vi basta lasciare la frizione e lo sterzo girerà da solo, parcheggiando al posto vostro l’automobile. Nulla di indispensabile, ma sicuramente un aiuto per chi a parcheggiare… non è proprio un fenomeno.
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