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Tipi di omologazione casco
di Fabio Caliendo | 25-08-2024 | News NoleggioVolete sapere che cosa... vi mettete in testa? Ecco tutto quello che c'è da sapere sui tipi di omologazione del casco e le caratteristiche
Avete mai osservato il vostro casco in ogni particolare? Non parliamo dell’esterno. In questo caso non vogliamo parlare di visiera, prese d’aria o forma della calotta. Vogliamo andare un po’ oltre, poiché vogliamo parlare di come leggere l’omologazione di un casco ed i relativi tipi di omologazione. E’ un argomento da non sottovalutare, anche se ricordate che la regola numero uno è: non acquistare né indossare MAI un casco primo di etichette di omologazione! Se non c’è la certificazione, significa che non solo non è omologato per l’uso su strada, ma che in caso di incidente non sarebbe in grado di proteggervi!
Cerchiamo di entrare nei dettagli, perché non solo conoscere il proprio casco è importante, ma perché è utile per sapere cosa vi state mettendo in testa. Ricordate che l’etichetta è come una sorta di carta d’identità del casco. Ripetiamo, senza etichetta, non lo mettete in testa! Ne va della vostra sicurezza.
Sommario
Gli standard: ECE 22-05 ed ECE 22-06
Possiamo identificare due standard di sicurezza, che sono quelli attuali e consentiti dalla legge. L’omologazione di ogni casco è dunque concessa solo ed esclusivamente ai caschi che soddisfano gli standard ECE 22-05 ed ECE 22-06. Solo queste due certificazioni garantiscono sicurezza ed omologazione per l’uso in tutta l’Unione Europea.
L’etichetta di omologazione
Cerchiamo dunque di leggere l’etichetta di omologazione del nostro amato casco, così da capire tutti quei codici a cosa corrispondono. Iniziamo dalla “E“, particolare che indica l’omologazione europea. Se c’è, il casco può essere utilizzato nei paesi U.E.. C’è poi il numero, spesso il “3“, particolare che va ad indicare il paese in cui è stata realizzata l’omologazione. Perché il 3? Perché indica l’ITALIA, paese dove gli enti di omologazione sono più rigidi di tutta Europa. Non dimenticate questo importante particolare… A buon intenditor…
C’è poi il numero 05 o 06, numero che indica la versione dell’omologazione ECE. Può essere 03 – 04 – 05 – 06. Naturalmente la versione 06 indica la più recente. Altri numeri che seguono, 01245 ad esempio, indicano il numero dell’omologazione. Abbiamo poi questa sigla: /P. Indica il tipo di protezione e può essere così suddiviso:
- 1/NP – se il casco ha un mentone non protettivo staccabile o mobile
- 2/J – se il casco non ha una protezione del mento
- 3/P – se il casco ha una protezione del mento
- 4/P-J – se il casco ha un mentone protettivo staccabile o mobile, come combinazione dei due codici di protezione
Segue poi il numero di matricola o di produzione del casco.
ECE 22-06: si volta pagina
Merita un approfondimento la nuova omologazione EC 22-06, in vigore dal 1 gennaio 2021 e che pensiona dopo ben 19 anni la ECE22-05. Sia chiaro, acquistare e circolare con un casco che rispetta la normativa ECE22-05 è ancora valido. I Costruttori di caschi però, già dal 1 luglio 2023 non possono più produrre caschi a norma ECE22-05.
La nuova ECE22-06 prevede una serie di prove in fase omologativa più accurate e severe. Facciamo un passo indietro: la ECE22-05 prevedeva cinque punti sulla calotta del casco, dove avveniva l’impatto contro l’incudine: fronte, sommità, retro, zona laterale e mentoniera. Con la ECE22-06 si passa a 18! Tra questi, c’è anche la mentoniera per gli integrali. Le prove di impatto sono poi differenziate in base alla forma dell’oggetto che va a colpire il casco. Abbiamo un corpo piatto, uno a forma di scalino ed uno a forma di barra.
C’è poi un test di resistenza alla penetrazione della visiera, particolare che avviene tramite un pallino d’acciaio di 6 mm. Questo è sparato ad una velocità di 80 m/s contro la visiera. Il pallino non deve attraversare la visiera e quest’ultima in ogni caso non deve frammentarsi creando schegge. Cambiano poi le velocità d’impatto. I caschi devono essere in grado di proteggere sì da impatti violenti, ma anche in caso di intensità più bassa.
Va detto, un casco rigido risulterà maggiormente protettivo in caso d’impatti ad alta velocità, ma non in caso di impatti di entità inferiore. La ECE22-05 prevedeva impatti ad una sola velocità, ovvero a 7,5 m/s (28 km/h). La ECE22-06 prevede invece più rilevamenti: sia a 6, che a 7,5, che e a 8,2 m/s. In tema di visiera, la nuova omologazione richiede test sui livelli di distorsione della visione, resistenza ai graffi e rifrazione della luce anche al visierino parasole, non più solo alla visiera stessa.
Accelerazioni rotazionali
Altra “aggiunta” rispetto alla precedente omologazione è la presa in esame degli impatti obliqui. Cosa significa? Sono le situazioni quando si verificano degli urti nei quali la testa va a colpire un oggetto in direzione obliqua e non perpendicolare. Pare, almeno secondo recenti studi di settore, che proprio questo tipo di impatti vadano a causare i danni cerebrali più importanti. La causa va ricercata dunque nella forte rotazione impressa alla testa, meglio definita come accelerazione rotazionale. Come si verifica tutto questo? Con l’impiego di sistemi di rilevazione molto più sofisticati rispetto al passato, grazie all’impiego di accelerometri e sensori di velocità angolare.
Sistemi di comunicazione ed accessori: cambio radicale
La ECE 22-06 non si ferma al solo casco, poiché si parla anche di sistemi di comunicazione o altri accessori del casco. Questi possono essere sia di tipo esterno che di tipo integrato (all’interno della calotta). Ora devono essere omologati insieme al casco. Non si possono più “aggiungere” dei sistemi d’interfono che non abbiano ricevuto validazione assieme al modello di casco su cui vengono applicati. Altra svolta è il montaggio dei sistemi di comunicazione e di qualsiasi altro accessorio after market. Quando la ECE-06 sarà l’unica in vigore, gli accessori dovranno essere necessariamente autorizzato dal costruttore del casco. Insomma, un ECE-06 è sicuramente più sicuro. Contro? Ha un maggior peso.
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