Canone Rai: in bolletta, ma con costo più basso, cosa cambia dal 2024

di | 18-10-2023 | News Canone RAI, News e Varie

Cambiano le cifre e le modalità con cui pagare il canone Rai 2024, ecco qual è stata la decisione presa dal governo Meloni e inserita all'interno della nuova Legge di Bilancio.

Canone Rai: in bolletta, ma con costo più basso, cosa cambia dal 2024
Confronta

Il canone Rai è da tempo una delle tasse più odiate dagli italiani, ma chi sperava in una sua possibile abolizione deve purtroppo mettersi, almeno per ora il cuore in pace. Il governo ha però deciso di intervenire a riguardo e mettere in atto una modifica importante rispetto alle abitudini mantenute finora in vista del pagamento previsto nel 2024. L’imposta continuerà a essere inserita all’interno della bolletta della luce, ma con un importo più basso. Insomma, una piccola boccata d’ossigeno per tanti italiani che sono già stremati dalle tante spese da sostenere ogni mese.

Sommario

Canone Rai: dal 2024 si cambia

Il 2024 non è poi così lontano, proprio per questo non può che essere importante muoversi già da ora per regolare tutte le spese che sono chiamati a sostenere gli italiani. Ed è quello che sta facendo ora il governo, al lavoro con la realizzazione della Manovra finanziaria, dove risulta essere piuttosto difficile riuscire a quadrare i conti. Una delle decisioni prese riguarda una delle tasse più odiate dagli italiani, di cui si è arrivato in passato a invocare anche l’abolizione, idea che però non è stata mai introdotta nella realtà.

Si tratta del canone Rai, denominazione che in realtà non può essere definita del tutto corretta, visto che è richiesta per il semplice possesso di un apparecchio Tv. È quindi praticamente impossibile, salvo alcune eccezioni ben distinte, evitare di pagarla, visto che uno strumento simile è presente praticamente in ogni casa (anche computer, smartphone e tablet sono assimilati come tali grazie alle loro numerose funzionalità). Non guardare i canali Rai non rappresenta quindi motivo per non ottemperare a questo obbligo.

Nonostante questo, nel corso degli anni sono stati tanti i “furbetti” che agivano come se niente fosse e non saldavano il debito convinti che difficilmente sarebbero stato beccati. È da questo assunto che era nata la decisione del governo allora guidato da Matteo Renzi nel 2017 di introdurlo all’interno della bolletta della luce, in modo tale da evitare di andare personalmente alla posta con il bollettino, ma soprattutto di doverlo necessariamente pagare, anche se in modo dilazionato nell’arco dei mesi. Quella era stata inoltre l’occasione per ridurre l’importo in maniera progressiva da 113,5 a 90 euro ogni anno.

Ora è però l’attuale presidente del Consiglio Giorgia Meloni a intervenire. Uno degli interventi inseriti nella legge di bilancio 2024 riguarderà proprio il canone Rai, che “sarà tagliato dalla bolletta dei contribuenti, come ha sottolineato il vicepremier e Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. Ulteriori dettagli a riguardo sono poi arrivati dal Ministro dell’Economia Giuliano Giorgetti, che ha aggiunto che “un quarto del canone non viene più pagato in bolletta”.

Questo si tramuterà quindi una modifica che potrebbe rivelarsi significativa per tante famiglie, soprattutto quelle che ora appaiono in grave difficoltà economica. Si passerà così dagli attuali 90 a 70 euro all’anno: l’imposta sarà pagata nelle fatture da gennaio a ottobre, in modo tale che per chi riceve la bolletta con cadenza bimestrale il calo sarà da 18 a 14 euro mentre per chi nel libero mercato ha cadenza mensile il calo sarà da 9 a 7 euro. Tutto resterà quindi compreso nel conto che si deve saldare periodicamente per la corrente elettrica consumata nella propria abitazione.

Attenzione ai dispositivi mobili

Una delle idee allo studio del governo nel luglio del 2023, evidentemente non tramutata in realtà almeno per ora, era stata quella di collegare il canone Rai alle utenze telefoniche mobili. Questa era un’altra modalità volta proprio a ridurre l’evasione, ben sapendo quanto smartphone e tablet siano preponderanti nella nostra vita di tutti i giorni.

Muoversi in questa direzione avrebbe inoltre permesso al nostro Paese di “separare la tassa dagli oneri impropi dei costi dell’energia” come vincolo per ricevere i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non si trattava inoltre di una proposta del tutto casuale: è ormai sempre più elevato il numero di persone che scelgono volontariamente di guardare i propri programmi Tv attraverso i propri device, in modo particolare da quando pay Tv e piattaforme in streaming sono diventate sempre più diffuse per evitare di perdere un contenuto a cui tengono se dovessero trovarsi improvvisamente fuori casa a causa di un impegno. Anzi, una solizione simile non può che essere provvidenziale soprattutto in caso degli eventi sportivi, che ha inevitabilmente poco senso vedere in differita.

Se questa soluzione dovesse essere percorsa in futuro, si arriverebbe a un incremento nel numero di utenti a cui sarebbe richiesto di pagare il canone Rai, arrivando così allo stesso tempo a una riduzione dell’importo richiesto. Del resto, al momento sono 21 milioni le bollette della luce che vengono inviate alle utenze domestiche, mentre quelle telefoniche mobili sono stimate attorno a 107 milioni.

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori, ritiene positiva la decisione presa dall’esrcutivo, ma si augura che venga posta maggiore attenzione nei confronti dei redditi più bassi. Gli italiani stremati dagli aumenti che riguardano vari settori sono purtroppo ancora numerosi: “La riduzione del canone Rai è «un’ottima notizia, purché non venga esteso ai nuovi device, come si era ventilato a luglio – sono state le sue parole, che segue la vicenda anche in veste di avvocato -. No, insomma, a farlo pagare a chi ha semplicemente uno smartphone. Inoltre, andrebbe tolto dalla bolletta della luce e abolito almeno per chi ha redditi bassi. Non si capisce, infatti, perché la soglia di esenzione reddituale per il pagamento, attualmente pari a 8 mila euro annui, peraltro vergognosamente bassa, venga considerata solo per chi ha compiuto 75 anni, come se l’età avesse a che fare con la povertà”.

Chi è esonerato dal pagamento

Il canone Rai, come sappiamo, è una tassa legata al possesso della Tv, indipendentemente dal suo reale utilizzo. Proprio per questo deve essere pagato una sola volta per famiglia anagrafica, a condizione che i familiari abbiano la residenza nella stessa abitazione.

A partire dal 2016 è stato introdotto il concetto di “presunzione di detenzione di un apparecchio televisivo” in presenza di un’utenza per la fornitura di energia elettrica residenziale.

A essere esonerati dal pagamento sono gli utenti ultra 65enni con reddito non superiore a determinate soglie, i diplomatici e i militari stranieri e chi non detiene un apparecchio televisivo.

Vediamo quindi nello specifico quali sono le limitazioni relative al reddito. Nel caso dei cittadini che hanno compiuto 75 anni con un reddito annuo proprio o del coniuge non superiore a 8 mila euro e senza conviventi con un reddito proprio, è possibile presentare una dichiarazione sostitutiva con cui si attesta di avere i requisiti necessari per avere diritto all’esenzione. Questa spetta se all’interno dell’abitazione sono presenti uno o più apparecchi, mentre non è valida se il dispositivo è presente in un’abitazione diversa da quella in cui si ha la residenza.

L’agevolazione spetta per l’intero anno se il compimento del 75esimo anno è avvenuto entro il 31 gennaio dell’anno stesso. Se invece il compimento del 75esimo anno è avvenuto dal 1° febbraio al 31 luglio dell’anno in corso, l’agevolazione è valida esclusivamente per il secondo semestre.

Chi è in possesso dei requisiti necessari potrà continuare a sfruttare questo vantaggio anche negli anni successivi senza la necessità di dover presentare un’altra dichiarazione sostituva. Non è escluso comunque possano essere messi in atto una serie di controlli per verificare eventuali casi di “furbetti” che hanno dichiarato il falso.

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