La pompa di calore è utile? Quando può far risparmiare?

di | 12-09-2014 | Come risparmiare

La pompa di calore è utile? Quando può far risparmiare?
Confronta

La pompa di calore è uno dei dispositivi più innovativi in assoluto tra quelli predisposti alla climatizzazione delle abitazioni. Il suo funzionamento è abbastanza semplice: essa preleva il calore da un ambiente esterno, innalzandone la temperatura, per poi trasferirlo ad uno situato all’interno dell’abitazione. Per dare vita a questo processo sfrutta sorgenti esterne come aria, suolo o acqua. Una operazione che comporta quindi l’impiego di energia elettrica, che però viene impiegata in quantità molto minore rispetto a quella solitamente usata da dispositivi simili, come le caldaie tradizionali.
Basti pensare al proposito che in base ad alcuni calcoli effettuati, installando una pompa di calore in una abitazione di 115 metri quadri situata nella zona climatica D, si andrebbe a risparmiare una cifra oscillante tra i 260 e i 280 euro all’anno. Cifra che può permettere di conseguenza di rientrare abbastanza in fretta dalla spesa sostenuta per la sua adozione e installazione, che peraltro può andarsi a cumulare ai vantaggi fiscali ad essa legati.

Va infatti ricordato che le pompe di calore consentono di accedere alla detrazione fiscale del 65% da scalare in dieci anni dalla dichiarazione dei redditi. Il provvedimento in questione è stato confermato anche dalla Legg di Stabilità rilasciata dall’esecutivo per l’anno in corso.

Andrebbe peraltro ricordato che nel nostro paese, la diffusione della pompa di calore è stata notevolmente limitata dalla politica tariffaria adottata, con una progressività delle tariffe che ha penalizzato proprio chi possiede impianti ad alta efficienza, i quali hanno bisogno di una quantità più elevata di energia. Proprio per cercare di eliminare questa strozzatura del mercato, dal primo di luglio di quest’anno il Gestore per l’Energia (AEEG) ha introdotto una tariffa sperimentale definita piatta, la D1. Grazie ad essa i possessori di pompe di calore potranno usufruire di un prezzo fissato a ventitre centesimi al kilowattora, contro la progressione da quattordici a quaranta fissata dalla vecchia tariffa. Alla nuova tariffa sperimentale possono aderire tutti coloro che usino un impianto a pompa di calore come unica fonte di climatizzazione della propria abitazione. In base ai primi calcoli, l’adozione della tariffa piatta potrebbe comportare risparmi dal 10 al 25% per i clienti che decidano di aderire. Sicuramente è importante ricordare anche qual’è la temperatura ideale da tenere in casa… alle volte si esagera con i gradi e anche differenze che sembrano minime possono portare grandi risparmi in bolletta.

Anche le procedure burocratiche sono state ridotte al minimo, proprio per non creare alcun tipo di intralcio ad una sperimentazione che va incontro alle raccomandazioni europee, tese a favorire dispositivi innovativi e in grado di risparmiare energia. Con sensibili vantaggi anche da un punto di vista ambientale e sanitario. Basti pensare al proposito che in base ad un report elaborato dalla società di consulenza Ecba Project, tra il 2014 e3 il 2020 l’adozione di questo tipo di tecnologia potrebbe portare risparmi sino a 1,700 miliardi di euro. Una cifra ingente che spiega con dovizia di particolari anche l’insistenza con cui a livello comunitario si cerca di incentivare al massimo l’adozione di dispositivi come le pompe di calore, tra le più rispondenti alla logica che ha fatto da sfondo al cosiddetto Piano 20-20-20. Si tratta del provvedimento previsto dalla direttiva 2009/29/CE, il quale è stato chiamato a delineare l’insieme delle misure ideate dall’Unione Europea per il periodo immediatamente successivo allo spirare del Protocollo di Kyoto. In base a questo piano, entro il 2020 il vecchio continente dovrebbe ridurre del 20% le emissioni di gas serra, aumentando della stessa percentuale la quota di energia prodotta con fonti rinovabili, portando infine al 20% il risparmio energetico. Un piano che si presenta estremamente ambizioso e il quale vede proprio nell’adozione di dispositivi di ultima generazione e ad alta efficienza uno dei suoi maggiori punti di forza.

Le politiche delineate dall’Unione, sembrano perciò puntare con molta forza sul concetto di efficienza energetica, quello che gli esperti considerano il vero e proprio punto di forza della pompa di calore. Va precisato infatti che se per questi dispositivi da un lato si rende necessario impiegare una quantità maggiore di energia elettrica rispetto alle caldaie tradizionali, dall’altro la resa che ne conegue risulta enormemente superiore. Con un kWh di energia elettrica se ne possono infatti produrre oltre cinque di energia termica.

Da un punto di vista strettamente finanziario, la pompa di calore si presenta tanto più conveniente quanto più si rivelano energivori gli impianti che dovrebbero essere sostituiti, in particolare quelli funzionanti con combustibili fossili. Un impianto di questo tipo, se portato avanti nelle migliori condizioni di progettazione ed installazione possibili, può arrivare a garantire circa il 40% in meno sulla bolletta energetica. Ove poi si decida di procedere al’abbinamento di una pompa di calore ad un impianto per il riscaldamento e il raffreddamento radiante, il risparmio può addirittura oscillare tra il 40 e il 70%. Un beneficio che mette largamente in sottordine lo svantaggio rappresentato dal fatto che l’acqua sanitaria prodotta abbia una temperatura abbastanza bassa. A questo proposito andrebbe rilevato come sia poi possibile adottare impianti ad alta temperatura, ma in questo caso la crescita dei gradi si tradurrebbe in una minore convenienza. Altri svantaggi da mettere in rilievo sono l’elevata rumorosità del dispositivo, che comporta una sua collocazione esterna e una certa dispendiosità dei lavori di impianto.

Dal punto di vista ambientale, la pompa di calore evidenzia infine la sua convenienza soprattutto sotto forma di minori emissioni nocive, contribuendo quindi in maniera rilevante alla salute del pianeta incrementando al contempo l’utilizzo di energia derivante da fonti rinnovabili, con diminuzione della dipendenza da fonti fossili.

 

L’immagine in alto si trova sul sito QualeEnergia.it

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