Cessazione amministrativa Enel: tutto quello che l’utente deve sapere

di | 23-10-2018 | News Enel

Cessazione amministrativa Enel: tutto quello che l’utente deve sapere
Confronta

Pagare con regolarità le varie utenze della casa è fondamentale per non andare incontro a spiacevoli conseguenze e disagi. Qualora la morosità dovesse perdurare nel tempo, il gestore può procedere alla cessazione amministrativa, ovvero alla risoluzione del contratto per la fornitura di energia elettrica o gas a metano. Ecco cosa può accadere se il fornitore a cui si è deciso di affidarsi è Enel per capire non solo cosa può verificarsi all’interno dell’abitazione, ma anche come procedere per poter usufruire nuovamente del servizio.

Una volta portata a termine la procedura, il cliente dovrà richiedere la voltura o il subentro? Chiariamo qui di seguito i vari dubbi che possono sorgere a chi sta affrontando una situazione di questo tipo.

Sommario

Cessazione amministrativa Enel: che cos’è e quando può accadere

La cessazione amministrativa consiste consiste nella chiusura del contratto per la fornitura di luce o gas. È il fornitore stesso a prendere contatto con il gestore con cui il cliente ha stipulato il rapporto invitandolo a procedere con il distacco del contatore. Non appena l’operazione è stata effettuata, chi vive all’interno dell’abitazione non potrà più usufruire di gas o corrente elettrica.

La situazione può essere parzialmente diversa se il contatore che eroga il servizio è presente direttamente all’interno dei locali domestici. In questo caso il fornitore non può mettere i sigilli sull’apparecchio. Almeno in linea teorica chi vive all’interno dell’abitazione ha ancora la facoltà di utilizzare il gas o la luce senza limitazioni, pur non potendo farlo a livello regolamentare. A questo punto chi è rimasto senza operatore (anche se per un periodo temporaneo) può sfruttare la cosiddetta “fornitura di ultima istanza“, che viene garantita attraverso il gas naturale a chi non ha più un contratto in essere. Questo è possibile grazie alla Delibera n. 418/2014/R/Gas, che è stata introdotta dall’autorità competente per ridurre il più possibile i disagi.

Ma in quali situazioni nello specifico può verificarsi una cessazione amministrativa? Si tratta di una procedura resa necessaria quando una persona che non ha rispettato i pagamenti si appresta a lasciare l’appartamento. Qui subentrerà poi, in un secondo momento, un’altra persona. Il nuovo inquilino potrà poi attivare un altro contratto a suo nome, ma per far sì che questo sia possibile deve verificarsi una condizione fondamentale: non deve avere alcun rapporto di parentela con la persona che lo aveva preceduto e che era risultata morosa.

Come si comporta Enel in caso di cessazione amministrativa

Chi teme di andare incontro a una cessazione amministrativa per un semplice ritardo di pagamento può comunque stare tranquillo. Ogni fornitore dà al cliente un arco di tempo per regolarizzare la sua posizione. Il modo di agire di Enel è lo stesso messo in atto da ogni gestore: l’utente riceve uno o più solleciti di pagamento, ma solo se dovesse continuare a non saldare gli importi richiesti si procederà con l’invio di una diffida legale. Qualora il debito dovesse permanere, verrà messa in atto l’interruzione del servizio di luce e gas, per poi arrivare alla cessazione amministrativa vera e propria.

Cosa deve fare il nuovo inquilino

A questo punto diventa fondamentale conoscere come deve comportarsi la nuova persona che prenderà il domicilio nel luogo dove è stata eseguita la cessazione amministrativa. Prima di prendere possesso dell’abitazione è ovviamente necessario avere la garanzia di poter contare su un gestore che fornisca luce e gas per non andare incontro a disagi.

La procedura da eseguire in questi casi prende il nome di subentro. In cosa consiste? Si tratta di un’azione ncessaria non appena il contatore è stato disattivato. C’è però un vincolo fondamentale da tenere presente: l’utente deve obbligatoriamente scegliere un gestore differente rispetto a quello con cui è stata eseguita la cessazione amministrativa. L’avvento del libero mercato permette comunque di realizzare il tutto senza grossi intoppi e in tempi brevi. Una volta identificate le esigenze di chi vive nell’abitazione, sarà infatti più semplice compiere una scelta consapevole tra le varie proposte disponibili. Ma con un’avvertenza: il prezzo non deve essere l’unico fattore da prendere in considerazione. È altrettanto indispensabile poter contare su un operatore affidabile e in grado di assistere il cliente qualora dovessero verificarsi problemi o interruzioni momentanee del servizio.

Sulla base delle tempistiche necessarie per la riattivazione del contatore i nuovi locatari possono calcolare quando prendere pieno possesso dell’abitazione. In genere per quanto riguarda l’energia elettrica è sufficiente un tempo massimo di sette giorni lavorativi. Leggermente più lunga, pari a dodici giorni lavorativi, l’attesa richiesta per poter riavere il gas.

Quando effettuare una voltura

Quando ci sono già un contatore e un contratto con un operatore attivo all’interno dell’appartamento, ma è necessario modificare l’intestario della bolletta non è necessario eseguire un subentro, bensì una voltura. L’operazione è più semplice, ma deve essere eseguita correttamente per non subire disagi nell’erogazione del servizio luce o gas.

In questo caso le tempistiche da rispettare affinché tutto vada a buon fine sono ridotte. Il nuovo inquilino dovrà così inviare una specifica richiesta al gestore indicando le proprie esigenze. Una volta ricevuta la comunicazione in cui devono essere indicati anche i dati del cliente, l’attivazione verrà registrata entro un massimo di due giorni lavorativi. Non è però finita qui: a questo punto dovranno essere effettuate una serie di verifiche per avere la certezza che tutto sia in regola. Fatto questo, serviranno altri due giorni lavorativi per portare a termine la registrazione della voltura. In generale, quindi tutto può avvenire in un tempo che generalmente non va oltre i quattro giorni lavorativi da calcolare a partire dall’invio della domanda.

Qualora dovessero verificarsi eventuali intoppi o ritardi, l’Autorità si impegna comunque a inviare un risarcimento al cliente. L’importo può variare a seconda della situazione. Per quanto riguarda la luce:

  • 35 euro se la l’attivazione è stata effettuata entro il doppio del tempo previsto;
  • 70 euro se l’operazione è avvenuta nel triplo del tempo previsto;
  • 105 euro se si è andati oltre il triplo del tempo previsto.

Parzialmente diversa è la situazione per quanto riguarda il gas. Se  il mancato rispetto dei tempi è accaduto per una mancanza del distributore l’indennizzo ammonta a 30 euro.

 

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