Bonus 3.000 euro per le bollette: come funziona il benefit aziendale per i dipendenti

di | 10-11-2022 | News e Varie, News Gas e Luce

Come funziona e come richiedere il bonus da 3.000 euro per le bollette di luce e gas previsto tra le misure del Dl Aiuti bis.

Bonus 3.000 euro per le bollette: come funziona il benefit aziendale per i dipendenti
Confronta

Tra le diverse misure che il Governo italiano ha incluso nel Dl Aiuti quater per contrastare il caro bollette, troviamo anche il bonus 3.000 euro da azienda a dipendente.

In questo post, mostreremo tutti i dettagli sul suo funzionamento, come poterlo ottenere, a chi è indirizzato e soprattutto quanto realmente influenza le tasche di chi lo riceve.

Sommario

Bonus 3.000 euro da azienda ai dipendenti: che cos’è realmente?

Il primo fattore da esaminare è la natura dell’aiuto: il bonus 3.000 euro da azienda a dipendente rientra nella categoria dei fringe benefit.

I fringe benefit sono delle agevolazioni che l’azienda riconosce ai suoi dipendenti sotto forma di servizi o beni.

Tali prodotti di welfare aziendali sono totalmente a carico dello Stato sia per i dipendenti sia per le aziende.

Dal punto di vista dell’azienda, infatti, questi beni o servizi erogati in favore dei propri dipendenti, sono completamente deducibili, ovvero verranno restituiti completamente all’azienda.

Per quanto riguarda i dipendenti, tali importi non faranno parte del reddito imponibile su cui vengono calcolate le tasse, non influenzando in alcun modo la dichiarazione dei redditi.

Per entrare meglio nel dettaglio, facciamo alcuni esempi di fringe benefit che solitamente vengono garantiti ai dipendenti:

  • Telefoni aziendali;
  • Automobili aziendali;
  • Buoni pasto;
  • Polizze assicurative.

Il Dl Aiuti Bis, ancor prima del Decreto Aiuti quater, aveva semplicemente allargato la lista di tali benefit, inserendo anche il pagamento delle utenze luce, gas e acqua da parte delle società per i propri lavoratori.

Il contributo, è bene precisarlo, non è strettamente monetario. Non verrà elargito tramite un bonifico o con uno scambio di contanti in modo arbitrario.

Gli importi che verranno forniti saranno assolutamente vincolati all’effettivo costo della bolletta.

Il lavoratore può far saldare direttamente all’azienda la propria fattura energetica, oppure richiedere un rimborso della fattura pagata.

In questo secondo caso, dovrà essere fornita da parte del lavoratore la bolletta con la ricevuta di pagamento e, successivamente, l’azienda provvederà a restituire l’importo direttamente in busta paga.

A quanto ammonta effettivamente il bonus per i dipendenti?

Veniamo ora alla questione più importante, ovvero l’impatto reale che il bonus ha nelle tasche dei lavoratori.

Iniziamo con il dire che non è corretto definirlo bonus 3.000 euro in quanto il suo importo reale varia in base ad alcuni fattori.

Innanzitutto, occorre specificare che la categoria di bonus fringe benefit che un’azienda può erogare ha dei limiti precisi.

Prima del Dl Aiuti Bis tale limite, oltre alla rigida lista di beni o servizi che potevano rientrare in questa categoria, era fissato a 258,23 euro.

Con la nuova misura, il tetto erogabile è stato spostato a 600 euro ed è stato poi portato, tramite il Decreto Aiuti quater, a 3.000 euro attuali.

Tuttavia, non vi è un’aggiunta di 3.00 euro sui 258,23 € già previsti nella precedente norma. In altre parole, i fringe benefit che un’azienda può erogare ad un proprio singolo dipendente può raggiungere la cifra massima di 3.000 euro.

Il bonus bollette per i dipendenti è quindi cumulabile insieme agli altri fringe benefit che già l’azienda eroga o che ha intenzione di erogare.

Per calcolare a quanto ammonta il reale importo che potrete ottenere da un fringe benefit legato alle utenze domestiche, dovrete sottrarre ai 3.000 euro gli importi che già percepite dalla vostra azienda.

Come ottenere il bonus 3.000 euro?

Il lavoratore non dovrà compilare alcun modulo o effettuare alcuna richiesta specifica. Se a prima vista può sembrare un elemento positivo, in realtà non è del tutto una buona notizia.

Infatti, questo è uno dei punti controversi della misura. Il bonus 3.000 euro da azienda a dipendente non è un vero e proprio diritto del lavoratore.

In sostanza, come per gli altri fringe benefit, è l’azienda che decide se adottarli, come metterli in pratica e, soprattutto, quante risorse dedicare a questo tipo di agevolazione.

Tralasciando critiche strumentali, la questione si pone sulla reale disponibilità di liquidità che le aziende in questo particolare momento storico possono garantire.

Molte aziende a causa della triplicazione dei costi, legati proprio all’aumento eccezionale delle forniture energetiche, hanno a loro volta la problematica di come far fronte a tutte le spese, soprattutto quelle legate ai costi fissi.

In alcuni casi, per i lavoratori, potrebbe significare non ricevere alcun tipo di aiuto.

Di contro, seppur in questa fase economica veramente complicata, le aziende che dispongono di una buona liquidità, possono fornire ai propri dipendenti un aiuto non indifferente.

Per concludere la nostra analisi su questo particolare aiuto messo a disposizione per il caro bollette, mettiamo in evidenza anche la totale libertà di scelta da parte dell’azienda nell’individuare a chi destinare l’agevolazione.

Sarà infatti esclusivamente l’organizzazione aziendale a stabilire i criteri interni di accesso a tale benefit.

Questo elemento potrebbe rappresentare un ulteriore ostacolo alla sua applicazione, rischiando di creare conflitti interni al personale.

Bonus 3.000 euro da azienda a dipendente: e gli altri bonus?

Per chi già riceve altri tipi di bonus non c’è nulla da temere.

Nel caso in cui riceviate il bonus benzina dell’importo massimo di 200 euro o avete intenzione di richiederlo, non ci sarà alcuna interferenza con il bonus 3.000 euro.

Questa misura, infatti, non rientra nella categoria di fringe benefit.

Un altro esempio di bonus che non ha nulla a che vedere con quello analizzato in questo post, è il bonus sociale erogato già da alcuni anni alle famiglie in difficoltà economica che prevede una riduzione del costo dell’energia calcolato direttamente in bolletta.

Anche in questo caso, non vi è interferenza e potrà essere cumulato ad un eventuale bonus 3.000 euro.

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