Offerte luce: aumento potenza contatore Eni

di | 06-03-2020 | News ENI Plenitude, News Gas e Luce

Come richiedere l'aumento di potenza del contatore a Eni? Vi spieghiamo come fare in poche mosse.

Offerte luce: aumento potenza contatore Eni
Confronta

Ormai da qualche tempo ogni utente, grazie ai vantaggi già previsti dal mercato libero, ha la possibilità di valutare coscientemente le varie offerte luce disponibili e scegliere non solo il fornitore ma anche la tariffa che ritiene più adeguata per rispondere alle proprie esigenze. Non tutti sanno, però, che tra gli aspetti importanti di ogni utenza c’è anche la potenza emessa dal contatore, lo strumento presente in ogni abitazione e adibito al calcolo dei consumi. In linea di massima, nel caso di un’utenza domestica residente è pari a 3 kW, adatta a una casa in cui vivono 3-4 persone con elettrodomestici di base. A volte, però, quando si è in possesso di apparecchi che consumano parecchia quantità di energia o si ha la necessità di utilizzarne diversi contemporaneamente questa potrebbe non rivelarsi sufficiente. Niente paura, comunque: l’aumento di potenza del contatore può essere effettuata senza grandi difficoltà.

Sommario

Offerte luce – L’influenza del contatore nelle spese di casa

L’energia elettrica è certamente fondamentale nella gestione casalinga, ma spesso ci si limita alla scelta delle tariffe luce più convenienti per tenere sotto controllo le spese. Questo non è però l’unico aspetto a cui prestare attenzione: tra le caratteristiche distintive di ogni fornitura c’è infatti anche la potenza del contatore.  Nella maggior parte dei casi si tende a conservare quella predefinita, ma possono esserci alcune esigenze particolari che possono spingere l’utente a modificarla.

Fino al 2017 erano quattro i diversi livelli tra cui era possibile scegliere (1,5 kW – 3 kW – 4,5 kW – 6 kW), tenendo presente che in genere quella presente nella maggior parte delle case è quella da 3 kW, adatta comunque a soddisfare i bisogni di una famiglia tipo di quattro persone. Da poco più di due anni la flessibilità in questo ambito è maggiore per cercare di venire incontro alle abitudini di un maggior numero di clienti. Non mancano, ad esempio, i single che restano solo poche ore della giornata tra le mura domestiche e che possono ritenere eccessivo il livello base, ma ci sono allo stesso tempo anche nuclei familiari più numerosi che possono ritrovarsi a utilizzare diversi elettrodomestici o più di un computer nello stesso momento e manifestano quindi l’intenzione di un surplus di energia per non doversi ritrovare a seguire disagi o interruzioni dal servizio. Una riduzione di potenza potrebbe essere la risposta giusta per chi vive in un’abitazione di piccole dimentisioni o utilizza solo saltuariamente gli elettrodomestici (è il caso, ad esempio, delle case vacanza). Un aumento potrebbe essere invece la soluzione ideale per chi sfrutta apparecchi elettrici ad alta efficienza in sostituzione di altri apparecchi alimentati a gas, come ad esempio i fornelli.

Ora la scala parte da un livello minimo di 0,5 kW, ma procede a scatti di 0,5 kW per le fasce domestiche, per chi lo desidera quindi si può optare per i 3,5 o i 4 kW, quote che in passato non potevano essere selezionate evitando quindi di andare incontro a salassi eccessivi in bolletta.

Se anche questo dovesse rivelarsi troppo basso si può valutare la possibilità di installare un impianto trifase, un sistema di più circuiti a corrente alternata che si rivela più efficiente ma decisamente più esoso per le piccole utenze domestiche. In questo caso gli scaglioni variano di 1 KW. Occorrenze differenti dovrebbero comunque essere valutate a seconda delle situazioni di comune accordo con il distributore; non mancano situazioni particolari in cui la potenza massima impegnata può essere limitata a priori.

A ognuno la potenza più adatta

Se si dovessero verificare troppo frequentemente momenti in cui l’energia elettrica salta all’interno dell’abitazione le soluzioni possono essere due: provare a modificare parzialmente il proprio comportamento cercando di evitare, se possibile, di utilizzare più elettrodomestici nello stesso momento (occhio alla classe energetica degli apparecchi, elemento che può influire non poco nella spesa in bolletta) o valutare se la potenza del contatore sia insufficiente.

Ma una variazione della potenza del contatore può modificare i costi che si sosterranno in bolletta? Come è facile immaginare la risposta è affermativa. Proprio per questo prima di compiere una scelta che può condizionare le spese familiare nel lungo periodo sarebbe bene soppesare con attenzione le reali necessità.

In genere ogni kW di potenza impegnata può arrivare ad avere un’influenza fino a 24-25 euro/anno. Nel caso in cui si volessero ridurre le spese per l’energia e si decidesse di ridurre la potenza dell’apparecchio si può fare invece il discorso inverso.

Non resta quindi che stabilire un’ulteriore domanda: come verificare il livello di potenza prescelta? Ogni dubbio può essere risolto consultando la bolletta. Qui, nel riepilogo dei dati dell’utenza, si troverà una voce indicata come “Livello massimo di potenza impegnata“. Per capire se davvero la scelta fatta sia la più idonea si potrà consultare il quadro degli ultimi 12 mesi, solitamente indicato da ogni fornitore. In alternativa, questo aspetto può essere verificato direttamente sul contatore: è sufficiente premere per quattro volte il tasto posizionato a sinistra del display. Premendo più volte il pulsante si vidualizzeranno non solo i consumi di energia secondo le varie fasce orarie, ma anche la potenza massima richiesta nelle fasce orarie nel periodo attuale e in quello precedente (utile anche per capire se il modo di agire sia cambiato nel corso del tempo).

Occhio in modo particolare a tenere accesi contemporaneamente più elettrodomestici. Forno, lavastoviglie e lavatrice sono tra quelli più energivori. Minore è invece l’influenza dell’illuminazione: per chi non lo avesse fatto è possibile provvedere alla sostituzione con le lampadine a basso consumo. Anche la tecnologia può essere di particolare aiuto in questi casi: è possibile trovare in commercio alcuni kit che consentono di monitorare i comsumi, che possono, se dotati di funzioni specifiche, segnalare con un allarme sonoro quando si supera la potenza impegnata. Utili anche le prese smart, che consentono di programmare, anche da remoto, accensione e spegnimento degli apparecchi.

Come fare la richiesta per chi è cliente Eni

La potenza impegnata è quella che è stata richiesta dal cliente in fase di sottoscrizione del contratto e fissa il limite che il contatore può fornire all’abitazione. Se si richiede che la misura scelta sia insufficiente per soddisfare le proprie abitudini nei consumi di energia si può procedere con la richiesta di modifica. Nel caso dei clienti Eni la procedura da seguire è piuttosto semplice e prevede questi passi:

  • Si può fare presente la necessità in merito alla variazione di potenza direttamente online: basta registrarsi gratuitamente o accedere alla propria area personale My Eni e compilare il form dedicato;
  • Un operatore Eni gas e luce ricontatterà il cliente interessato entro tre giorni lavorativi per effettuare una registrazione della richiesta di variazione contrattuale;
  • Entro 5 giorni lavorativi sarà inviato al proprio indirizzo email un preventivo in modo tale da poter valutare l’entità della spesa da sostenere e se non ci siano difficoltà nel sostenerla;
  • Se la risposta è affermativa si potrà prendere contatto con il Servizio Clienti al numero verde 800 900 700 da rete fissa o da cellulare al numero 02 444 141 o presso i negozi della rete in franchising Eni Energy Store. Qui sarà possibile soddisfare anche eventuali dubbi con l’operatore incaricato.

La modifica, se non saranno riscontrati problemi entrerà quindi in vigore in tempi brevi senza la necessità di dover effettuare alcun intervento sul contatore.

Si invita il lettore a verificare che le eventuali offerte descritte nel post siano ancora attivabili e vengano proposte alle stesse condizioni economiche

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