Quanto inquinano i caminetti? La risposta che non ti aspetti

di | 21-11-2019 | News Gas e Luce, Notizie Gas

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Quanto inquinano i caminetti? La risposta che non ti aspetti
Confronta

Con l’inverno alle porte e le basse temperature viene subito alla mente la classica immagine del caminetto acceso davanti al quale riscaldarsi magari con una cioccolata fumante. In questa bella immagine, c’è una nota che stona: il caminetto.

Camini, stufe a legna e a pellet, al contrario di quanto si potrebbe pensare, non sono affatto sistemi di riscaldamento ecologici: secondo diversi studi un caminetto a legna acceso per mezza giornata emette la stessa quantità di polveri sottili (PM) di un’auto a gasolio che percorre 3.500Km.

Sommario

Camini  e stufe a legna: perché inquinano di più rispetto al riscaldamento a metano

Camini a legna e stufe a pellet sono sistemi di riscaldamento alternativi al gas metano, molto diffusi sul nostro territorio soprattutto in campagna e in montagna. Se tali sistemi potrebbero sembrare ecologici visto che legna e torba rientrano nella categoria dei combustibili rinnovabili e a bassa emissione di carbonio, in realtà producono pericolosi inquinanti.

Uno studio italiano-irlandese, pubblicato su Nature Sustainability, ha rivelato che la componente di polvere sottili (PM) dovuta all’uso di legna e torba come combustibili è prevalente (70%) rispetto a altri combustibili come carbone, olio e benzina (30%), e questo nonostante le rilevazioni siano state eseguite in una zona in cui il le case che si riscaldano con legna o torba siano solo l’11%.

Rispetto a altri combustibili, legna o torba hanno un minor potere calorifero e se non bruciano in condizioni ottimali rilasciano nell’aria residui organici potenzialmente dannosi se inspirati.

C’è da dire anche che molto dipende dalla qualità dei combustibili utilizzati e dalla tecnologie: da qualche anno esistono tecnologie e criteri di certificazione che sono in grado di ridurre le emissioni, anche se queste non riescono a ottenere valori uguali alla caldaie a gas.

Qualche consiglio per chi sfrutta tali sistemi per il riscaldamento

Se utilizzate come sistema di riscaldamento della vostra abitazione un camino a legna o una stufa a pellet, assicuratevi che il combustibile sia delle dimensioni indicate. Per gli apparecchi a carica manuale, inoltre, il materiale dovrà essere disposto nella camera di combustione nel modo indicato sul manuale di istruzioni.

È  importante anche evitare che la carica si esaurisca completamente prima del rifornimento, e assicurarsi sempre che stia avvenendo un sufficiente tiraggio per i dispositivi a tiraggio naturale, controllando che siano libere le aperture di aerazione.

Infine, non bisogna dimenticare di provvedere alla pulizia della camera di combustione con regolare frequenza, secondo le tempistiche indicate dalla case costruttrici.

Dove vige il divieto di utilizzo di camini e pellet in Italia

Dal 1° ottobre 2019 per i cittadini residenti in Emilia Romagna e in Piemonte vige il divieto di utilizzare liberamente camini aperti a legna e stufe a pellet per il riscaldamento, pena una multa che può arrivare fino a 500 euro (Legge Regionale anti-inquinamento 25 settembre, n.1412). In Lombardia e in Veneto il divieto esiste già dal 2016.

In Emilia Romagna il divieto delle stufe a pellet e dei camini è scattato solo per i Comuni che si trovano a meno di 300 metri di altitudine rispetto al livello del mare e solo per le abitazioni in cui esiste un sistema multicombustibile (abitazioni in cui esistono insieme un sistema di riscaldamento a gas e a biomassa).

In Piemonte, invece, è in vigore la legge che vieta e tutti i cittadini il possesso di stufe a legna o pellet con potenziale nominale inferiore a 35kW e classe di prestazione emissiva inferiore a 3 stelle.

In Lombardia, come per l’Emilia Romagna, il divieto riguarda solo i comuni situati fino a 300 metri di altitudine e all’interno della stessa abitazione coesistono più impianti di riscaldamento.

Infine, in Veneto la deliberazione n.1909 del 29 novembre 2016 ha previsto una classificazione dei generatori di calore a biomassa vietando quelli con potenza termica nominale inferiore a 35kW.

Per concludere: per l’ambiente è meglio una caldaia a condensazione

Nel caso in cui stiate pensando all’installazione di nuovi sistemi di riscaldamento per la vostra abitazione, il consiglio è quello di far installare una caldaia a condensazione. Questa tipologia di caldaie permettono di ridurre le emissioni di CO2 e ottimizzare il consumo di gas.

Insieme alla migliore offerta gas per il proprio stile di consumo, le caldaie a condensazione permettono di ottenere un grande beneficio per le nostre tasche, per l’ambiente e per la salute (se volete sapere quanto costa una caldaia a condensazione a metano, leggete qui).

Se preferite continuare a riscaldare la casa senza gas, sappiate che stufe a pellet e camini a legna non sono l’unica soluzione: esiste l’alternativa elettrica. Per riscaldamento elettrico si intendono quei sistema di riscaldamento a battiscopa, a pavimento e a pannelli radianti, che permettono di riscaldare le abitazioni e tagliare i costi in bolletta.

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