Detrazioni 2020 per sostituzione caldaia: come fare, chi ne ha diritto

di | 27-11-2019 | News Gas e Luce, Notizie Gas

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Detrazioni 2020 per sostituzione caldaia: come fare, chi ne ha diritto
Confronta

Saranno disponibili anche nel 2020 le detrazioni per chi decide di sostituire la caldaia: si tratta di un vantaggio certamente importante, che consente di rientrare almeno in parte della spesa sostenuta per l’acquisto e pensato per chi sceglie un modello a condensazione di classe A, la versione più efficiente e che garantisce consmi più bassi. E non è finita qui: è infatti possibile scegliere tra due differenti bonus, quello dedicato a chi ristruttura l’abitazione e quello previsto per chi punta al risparmio energetico (Ecobonus).

Sommario

Detrazioni 2020 per sostituzione caldaia: un aiuto importante per chi affronta la spesa

Sostituire la caldaia comporta a dover sostenere una spesa spesso non indifferente, ma che spesso si rivela necessaria quando il vecchio dispositivo smette di funzionare a dovere. A volte, però, non tutto il male viene per nuocere: quando ci si trova in questa situazione, infatti, si può puntare su un modello di nuova generazione, quella a condensazione, l’ideale per chi vuole uno strumento che garantisca un ridotto impatto ambientale, ma che allo stesso tempo consenta di ridurre le spese per il gas.

Il costo dipende ovviamente da vari fattori, non solo dalle dimensioni del dispositivo, ma anche dalle sue caratteristiche. Tra le più apprezzate ci sono quelle dotate della funzione Acqua Comfort, che consente ottenere acqua calda in maniera pressoché immediata, opzione adatta per risparmiare ulteriormente energia.

Ricevere un aiuto nella spesa da sostenere è comunque possibile. Anche per tutto il 2020 sarà infatti possibile usufruire delle detrazioni fiscali predisposte per chi si trova in questa situazione. Il vantaggio è disponibile in due differenti modalità: quello previsto per chi si trova a effettuare una ristrutturazione della propria abitazione o quello previsto per gli interventi previsti per il risparmio energetico (clicca qui per conoscere maggiori dettagli in merito al cosiddetto “Ecobonus”). È comunque importante precisare che le due misure non risultano cumulabili, ma diventa necessario compiere una scelta tra le due.

Non è finita qui: l’agevolazione può essere ottenuta se, alla data in cui viene presentata la richiesta per la detrazione, l’immobile risulta esistente, accatastato o con richiesta di accatastamento in corso o comunque in regola con il pagamento di altri tributi.

L’agevolazione è confermata anche per il 2020

Il nuovo anno è ormai prossimo, ma per chi si troverà a sostituire la caldaia la detrazione sarà ancora disponibile e con le stesse modalità previste per il 2019.

L’agevolazione potrà essere usufruita in due differenti modalità: si potrà infatti scegliere se distribuire gli sgravi fiscali nell’arco di dieci anni (una sorta di piccola “rendita” nell’arco del tempo) o se invece si preferisca fare in modo che il proprio “sconto” sia ceduto all’azienda o a chi si occuperà dell’installazione facendo in modo che l’importo da pagare sia ridotto e pari alla detrazione.

In alternativa, è disponibile un ulteriore bonus a disposizione di chi dovesse invece puntare una stufa a pellet per il riscaldamento della casa invece che sulla caldaia (clicca qui di seguito per ricevere alcuni consigli su come riscaldare la casa durante la stagione più fredda ma mantenendo un occhio al portafoglio).

A richiedere il bonus dovrà essere esclusivamente il proprietario della casa a cui sarà destinato il dispositivo (in alternativa, sarà necessaria una sua delega a chi si occuperà dell’operazione). Il beneficio sarà comunque disponibile anche per chi ha diritti sull’immobile. È il caso, ad esempio, di chi è titolare di un diritto di usufrutto, di uso, di abitazione o di superficie di un inquilino.

Entità della detrazione e modalità per ricevere il bonus

Per chi decide di sostituire la vecchia caldaia con un modello più moderno a condensazione si può usufruire di due tipi di detrazione differenti, il cui importo può variare a seconda dei casi:

  • 65%, se si è provveduto a effettuare l’installazione una caldaia a condensazione e di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VII o di impianti dotati di apparecchi ibridi con sistema a pompa di calore e caldaia a condensazione;
  • 50%, se si è invece scelto una caldaia a condensazione di classe A.

Qualora si dovesse invece preferire una classe energetica inferiore alla A (clicca qui di seguito per conoscere quanto questa caratteristica possa essere importante in un’ottica di riduzione dei consumi) non è prevista alcun tipo di detrazione.

Inevitabilmente, per provvedere all’inserimento in casa del nuovo dispositivo sarà necessario smontare e smaltire il vecchio. Anche questo aspetto, e non solo, rientra all’interno del bonus. Complessivamente si possono infatti conteggiare:

  • Smontaggio della vecchia caldaia;
  • Spese di acquisto e posa del nuovo apparecchio;
  • Eventuali opere murarie, che possono rendersi necessarie soprattutto se si opta per un’installazione all’esterno;
  • prestazioni professionali per sopralluoghi e modalità di intervento.

È comunque stato stabilito un tetto massimo da non superare: la spesa massima per avere diritto all’agevolazione deve essere non superiore a 30 mila euro. Un range che consente di poter scegliere un modello all’avanguardia senza influire in maniera troppo pesante sul bilancio familiare.

Lo sconto Irpef viene suddiviso in 10 rate annuali di pari importo. Per calcolarne l’entità si dovrà quindi tenere presente la percentuale indicata sulla base della versione scelta. E’ importante ricordare di dichiarare la cifra ricevuta annualmente all’interno della dichiarazione dei redditi a partire dall’anno successivo a quello in cui è stata sostenuta la spesa. Questo significa che se l’intervento è stato effettuato nel 2020 dovrà essere comunicato nelle tasse dal 2021.

I vincoli da rispettare non sono però finiti qui. Affinché il governo possa tenere traccia dell’operazione eseguita, è indispensabile che il pagamento effettuato in modo tracciabile, attraverso quindi i cosiddetti “bonifici parlanti”. Sono quindi accettati bonifici bancari o postali, carte di credito o di debito. Esclusi invece assegni e contanti.

Mai dimenticare di conservare tutta la documentazione che certifica quanto fatto per almeno dieci anni (perizia effettuata da un tecnico incaricato che certifica le carattestiche della caldaia e certificazione del produttore dell’apparecchio). Questa dovrà essere presentata in caso di successivi accertamenti.

Si invita il lettore a verificare che le eventuali offerte descritte nel post siano ancora attivabili e vengano proposte alle stesse condizioni economiche

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