Clausola ISTAT e Internet: cosa succede

di | 27-06-2024 | News EOLO, News Internet Casa, News TIM, News WindTre

Ricordate la questione relativa all'aumento dei prezzi delle offerte Internet casa in base all'inflazione? Che cosa è successo e perché la notizia in questi mesi è caduta nel dimenticatoio? Cerchiamo di fare chiarezza.

Clausola ISTAT e Internet: cosa succede
Confronta

Verso la fine del 2022, in Italia (e nel resto del mondo) si è registrato un picco dell’indice di inflazione che non si vedeva da decenni: infatti, si è passati dall’1,9% del 2021 a oltre l’8%. Nel 2023 la media annua è andata leggermente meglio ma è sempre stata superiore alla media, sfiorando il 6%. Sono stati mesi complicati, che hanno spinto alcuni operatori Internet casa ad adottare misure di contrasto, suscitando discussioni.

Tra i più noti troviamo WINDTRE, TIM e EOLO: le offerte di rete fissa (e mobile) sono state modificate, prevedendo di contratto l’adeguamento annuale dei prezzi all’andamento dell’inflazione, in alcuni casi con un incremento aggiuntivo dato da un coefficiente di maggiorazione predeterminato.

La modifica prevista sarebbe dovuta scattare a partire dal 2024 o comunque dopo un anno dalla sottoscrizione dell’offerta. Tale scelta ha fatto storcere il naso a utenti e addetti ai lavori tanto che, verso la fine dello scorso anno, l’AGCOM è intervenuta sull’argomento. L’Authority ha dato il suo assenso alla clausola, ma imponendo alcuni paletti per tutelare i consumatori (ne avevamo discusso ampiamente in un articolo dedicato proprio alle nuove regole dell’AGCOM sull’adeguamento dei prezzi Internet).

Insomma, se gli operatori avevano intenzione di utilizzare questo meccanismo, avrebbero dovuto attuare tutta una serie di misure in modo da non penalizzare gli utenti, già afflitti dall’inesorabile aumento del canone (ad esempio, si sarebbe dovuto garantire il diritto di recesso senza costi aggiuntivi in caso di aumenti superiori al 5%, il primo anno senza adeguamenti e la riduzione del canone nel caso in cui l’inflazione fosse calata). Oggi siamo a metà 2024 e dell’adeguamento dei prezzi non si parla quasi più: che cosa è successo? Come si sono mosse le compagnie in questi mesi?

Sommario

Clausola ISTAT con TIM

Da qualche mese il provider aveva eliminato gli accenni sull’adeguamento dei prezzi dalle pagine delle offerte sul proprio portale, ma l’annuncio ufficiale è arrivato il 5 giugno: sulla nota leggiamo che “in riferimento alle clausole previste per i contratti di telefonia fissa e mobile diffuse a partire dal 27.11.2022 fino al 3 gennaio 2024, riportate nel seguito, TIM, in conformità alla normativa vigente (Delibera AGCom n. 307/23/CONS), non darà seguito all’applicazione di tali clausole”. Non solo: l’operatore ha fatto dietrofront anche sulle modifiche unilaterali di contratto di offerte già attive, che avrebbero dovuto prevedere la clausola ISTAT a partire dal 1° aprile di quest’anno.

Clausola ISTAT con WINDTRE

Anche WINDTRE nelle scorse settimane (a partire dal 17 giugno) ha deciso di cancellare tutti i riferimenti sull’adeguamento all’inflazione sulle nuove offerte Internet. Sulle tariffe già sottoscritte e che prevedevano la clausola, non abbiamo ancora informazioni ufficiali. Quel che è certo, però, è che WINDTRE non ha ritoccato in alcun modo i piani in base all’indice ISTAT (il contratto permetteva al provider di aumentare i prezzi già a partire da gennaio 2024). Nel momento in cui pubblichiamo l’articolo non sono stati diramati comunicati ufficiali in merito da parte della compagnia.

Clausola ISTAT con EOLO

A partire dall’estate 2023, EOLO ha deciso di abbracciare l’adeguamento dei prezzi in base all’indice dell’inflazione, includendolo su tutti i contratti di rete fissa (FWA e fibra). La prima modifica sarebbe dovuta scattare dopo 12 mesi dalla sottoscrizione delle offerte. A partire da aprile di quest’anno, anche EOLO ha deciso per un dietrofront: gli accenni alla clausola ISTAT sono spariti dal sito e finora non è stato applicato alcun aumento basato sull’indice dell’inflazione nelle offerte già sottoscritte. Nemmeno in questo caso, però, è stata ufficializzata la cancellazione della misura.

Insomma, dopo due anni particolarmente complessi, con l’inflazione alle stelle, e l’intervento dell’AGCOM per regolamentare il meccanismo sull’adeguamento dei prezzi, i provider sembrano aver cambiato idea. I primi mesi del 2024 mostrano un andamento dell’indice di inflazione più in linea con il trend degli anni pre-2022, a meno dell’1%, e le previsioni per la prossima metà dell’anno e il 2025 sono incoraggianti.

Almeno per ora, quindi, il pericolo di adeguamento è scampato. Tuttavia, resta lo “spettro” delle rimodulazioni: per conoscere tutte le modifiche unilaterali in arrivo, vi rimandiamo al nostro approfondimento dedicato proprio agli aumenti Internet casa e mobile del mese, costantemente aggiornato con tutti i cambiamenti sulle tariffe dei principali operatori telefonici.

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