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Caro mutui: accordo ABI-Ministero, cosa fare se si è in difficoltà
di Ilaria Macchi | 25-07-2023 | News e Varie, Prestiti, Ultime News MutuiSottoscritto un accordo tra ABI (Associazione Bancaria Italiana) e Ministero dell'Economia per aiutare chi è in difficoltà con il pagamento del mutuo casa.
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88.31 €/MESEIl caro mutui è un problema che stanno vivendo ormai da tempo tantissime famiglie italiane, ormai allo stremo a causa degli aumenti che coinvolgono tantissimi settori e costretti per questo a tagliare il superfluo. Pensare di non pagare la rata non è certamente possibile, a meno che non si voglia andare incontro a tutte le conseguenze del caso, anche se certamente a vivere la situazione più grave sono soprattutto gli utenti che hanno sottoscritto il tasso variabile, che ha portato a un’impennata della cifra da versare ogni mese. Il governo Meloni, consapevole del grido di aiuto lanciato da tanti cittadini, ha però deciso di non stare a guardare e ha voluto intervenire in maniera concreta.
Sommario
Caro Mutui: un sostegno importante per chi è in difficoltà
Chi vive sulla pelle il caro mutui o lo ha vissuto in passato potrebbe sentirsi quasi in colpa per quello che sta affrontando, soprattutto perché un finanziamento come questo viene fatto sulla lunga distanza, ma non si può ovviamente sapere se la propria condizione economica possa cambiare nel corso del tempo. E purtroppo sono in tanti a dover affrontare sulla propria pelle cosa significhi avere un calo del potere d’acquisto, magari perché hanno perso il lavoro o subito una riduzione dei guadagni se l’orario è stato ridotto a causa di esigenze aziendali. Non può che andare inevitabilmente ancora peggio per le partite IVA, che sono certamente la categoria meno tutelata.
Il Ministero dell’Economia e ABI, l’associazione delle banche hanno però deciso di non stare a guardare e hanno così sottoscritto un accordo importante, che sarà tradotto in una circolare che sarà trasmessa alle banche, in modo tale che ogni istituto di credito possa cercare di dare un sostegno concreto, per quanto possibile, ai clienti che si trovano in forte difficoltà. Si potrà così permettere a chi lo desidera di passare da un mutuo a un tasso variabile a uno tasso fisso, opzione che diminuisce l’incertezza e che dà la garanzia di avere un importo da pagare che non subisca modifiche di alcun tipo nel corso degli anni.
Questo almeno per ora è stato reso possibile a chi è in possesso di determinati requisiti: avere un reddito Isee non superiore a 35mila euro e un mutuo non più alto di 200 milioni, ma si sta ora pensando di allargare la platea e poter aiutare un numero maggiore di persone, passando rispettivamente a 45 mila di reddito ISEE e mutuo del valore di 400 mila euro. Sulla base delle ultime ricerche di mercato, l’accordo avrà un impatto su ben 425 miliardi di euro erogati sotto forma di mutui alle famiglie italiane, di cui il 67% a tasso fisso e il 37% al variabile. Un utente potrebbe quindi rivolgersi alla banca dove ha stipulato il mutuo e presentare nel dettaglio la propria situazione in modo tale che si possa valutare insieme “le possibili soluzioni per affrontare l’aumento dei tassi di interesse” – si legge nel testo diffuso dall’ABI.
Le strategie per chi è in difficoltà
Grazie all’accordo sottoscritto tra il Ministero delle Finanze e l’ABI ora è possibile non sentirsi perduti se si è in difficoltà con il pagamento del mutuo. Fortunatamente ci sono diverse strade da poter sfruttare.
E’ possibile concordare con la banca con cui si è sottoscritto l’accordo un allungamento della durata o, in alternativa, provare a valutare se sia possibile modificarne le condizioni contrattuali.
A vivere la situazione peggiore sono certamente i cittadini che hanno un mutuo a tasso variabile, proprio per questo a loro è stato riservato un ulteriore ventaglio di opportunità. Nel loro caso, è possibile avanzare una domanda di surroga o di portabilità del mutuo, che passerà così a un’altra banca ma con caratteristiche differenti rispetto a quanto stabilito in un primo momento. Le modifiche possono riguardare vari aspetti, tra cui tipo di tasso di interesse o il livello di quest’ultimo. A questo si aggiunge anche la possibilità di richiedere il passaggio da tasso variabile a fisso, a condizione che si verifichino determinate condizioni valutate dalla filiale.
C’è inoltre un’altra opzione da prendere in considerazione, ma che molto spesso tende a essere sottovalutata nonostante possa essere davvero provvidenziale per tantissime famiglie che stanno vivendo una fase di crisi economica. Si tratta della sospensione del pagamento delle rate del mutuo “attraverso l’attivazione da parte delle banche del Fondo di Solidarietà per i mutui”, come ha voluto ricordare l’ABI nella nota diffusa alle banche.
Non è comunque un’agevolazione che viene concessa a tutti: è necessario, infatti, che non siano passati più di 90 giorni dalla scadenza per il pagamento e che la ricontrattazione del mutuo non costi alla banca più dell’1% del valore del prestito stesso. Se si dovesse optare per un allungamento della durata, questo comporterà un aumento del tasso di interesse a carico del cliente, in modo tale che la banca non sia costretta a rimetterci più dell’1%. In caso contrario, il mutuatario corre il rischio di essere dichiarato insolvente. Questa non può che essere la situazione più spiacevole perché poi può rendere difficile richiedere negli anni a venire un finanziamento anche se di minore entità.
Il vantaggio sarebbe comunque tangibile: allungare la durata del mutuo, come è facile immaginare, renderebbe la rata mensile più bassa. Basti fare un esempio per rendere tutto ancora più semplice: se si parte da un mutuo sottoscritto nel 2018 da 200 mila euro sa estinguere in 25 anni e si arriva a portare la scadenza finale a 29 anni, l’importo da versare passerebbe da 1.298 a 980 euro.
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