Netflix sbarca in Italia

di | 13-05-2015 | Aziende e Professionisti, Mediaset, News e Varie, News SKY, Novità TV

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Netflix sbarca in Italia
Confronta

Netflix sbarca in Italia e i competitors tremano. Il colosso dei contenuti web multimediali sembra voler fare sul serio anche nel nostro paese. Come in precedenza è successo in Francia la grande azienda americana sembra essere dotata di una struttura formidabile e non pare abbia motivo di temere avversari nel mercato della Pay TV.

Netflix ha annunciato di voler aprire pertanto la versione italiana del suo catalogo di film e serie tv online, il lancio previsto per la fine del 2015, probabilmente nel mese di ottobre, prevede un costo mensile di 7,99 euro per ogni abbonamento, gli utenti sono già in fermento e si prospetta possa essere un grande successo l’arrivo di Netflix nel nostro paese. Le trattative con Telecom Italia sono appena iniziate e si parla già di accordi con diversi produttori italiani.

Oltralpe fanno scalpore gli 8 milioni di dollari che Netflix ha investito per produrre con Gaumont la serie Marseille, una fiction politica inaugurata con il successo planetario di House of Cards e che sarà sul web entro il 2015, sempre seguendo la medesima strategia adottata in passato: pubblicazione di tutte le puntate insieme contemporaneamente.

Perché Netflilx è davvero temibile? Gli esperti dicono che fa paura soprattutto per due motivi: il primo, decisivo, è che i suoi utenti consumano video e pagano. E poi perché, al di là della smisurata crescita di abbonati e fatturato, fa seriamente impressione l’uso di banda larga

Negli Usa Netflix consuma più di un terzo del traffico intenet in download nelle ore di picco, e fa registrare il più alto volume tra tutti i servizi video a banda larga. I suoi più diretti concorrenti, I-Tunes e Amazon, sono molto lontani, con quote rispettivamente di 2,8 e 2,6%, mentre YouTube consuma il 14% della banda disponibile

ha spiegato Augusto Preta, direttore di It Media Consulting che a fine maaggio pubblicherà il rapporto sugli scenari di mercato fino al 2018 per quanto riguarda la Pay Tv, dal nome “Il video on demand in Europa”.

Netflix ha beneficiato di un modello di business che nei contenuti multimediali a pagamento sembra poter fare la differenza, la società americana tramite un meccanismo complesso acquista “tonnellate” di traffico da diverse piattaforme online. A pagare il conto, almeno a prima vista, sono state le stesse “pay tv”, o meglio le più “tradizionali”: Hbo di Warner, Fox di News Corp negli Usa e poi Sky e piano piano che Netflix entra nei vari mercati tutti gli altri, Canal Plus di Vivendi, Premium di Mediaset, Movistar di Telefonica. Tendenza questa che è in enorme contrasto con l’entrata nel mercato della Pay Tv di tutta una serie di telco tradizionali che in realtà donano a pagamento traffico proprio alla temibile Netflix!

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