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Revisione auto 2018: tutto quello che c’è da sapere sulla nuova normativa
di Ilaria Macchi | 03-05-2018 | Leggi Norme Regole, News e Varie, News Noleggio
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153.03 €/MESEIl mese di maggio 2018 porta con sé una novità importante nella procedura della revisione auto, il controllo periodico che ogni possessore di una vettura deve effettuare per poter circolare a norma di legge. La verifica è obbligatoria: gli irregolari non potranno infatti continuare a utilizzare la propria vettura al sicuro da sanzioni. Per la prima volta gli utenti, una volta portata a termine la procedura, riceveranno un “certificato di revisione“, un documento in cui saranno indicati tutti i dati emersi durante l’accertamento.
L’obiettivo che si vuole raggiungere è quello di tutelare il più possibile gli automobilisti da possibili truffe. Oltre alla revisione, l’utente non è ovviamente esente dalla manutenzione ordinaria, indispensabile per far sì che il mezzo possa durare nel tempo.
Sommario
Revisione auto 2018: stop alle truffe
La revisione auto è una procedura obbligatoria che ogni intestatario di un veicolo è tenuto a effettuare periodicamente. Ora si vuole però che avvenga in modo il più trasparente possibile. Proprio per questo, anche l’Italia, a partire dal 20 maggio 2018, sarà tenuta a rispettare la direttiva UE n. 2014/45. La norma è stata pensata al fine di limitare il più possibile le frodi di falsificazione del chilometraggio.
Al termine della procedura, chi ha effettuato il controllo sarà infatti tenuto ad annotare il numero di chilometri percorsi dal mezzo. Questo dato sarà riportato in uno specifico “Documento unico dell’auto“, che sarà disponibile online sul Portale dell’automobilista. Tutto sarà così più trasparente e diventerà più difficile abbassare il chilometraggio per evitare la svalutazione del mezzo usato.
La revisione potrà essere eseguita solo da personale specializzato, i cosiddetti “ispettori ministeriali“. Chi dovesse invece decidere di effettuarla presso un centro privato dovrà rivolgersi solo a personale opportunamente formato. In quest’ultimo caso si tratterà di “ispettori autorizzati che soddisfano i requisiti minimi di competenza e formazione“.
Arriva il Certificato Unico di Revisione
La novità più rilevante riguarda l’introduzione di un documento denominato “Certificato Unico di Revisione“. Qui l’addetto incaricato di effettuare la procedura sarà tenuto a riportare sempre informazioni fondamentali quali:
- numero di identificazione del veicolo;
- targa del veicolo e simbolo dello Stato di immatricolazione;
- luogo e data di revisione;
- lettura del contachilometri al momento del controllo;
- categoria del veicolo;
- carenze individuate e livello di gravità;
- risultato del controllo tecnico;
- data del successivo controllo tecnico o scadenza del certificato di revisione;
- nome di chi ha provveduto ad espletare le verifiche, firma o dati identificativi dell’ispettore responsabile del controllo.
Una copia contenente i dati principali sarà ovviamente rilasciata anche all’intestatario della vettura. Questi sarà chiamato a portarla sempre con sé per mostrarla alle forze dell’ordine in caso di controllo.
Tutti gli Stati membri dell’Unione Europea sono quindi tenuti a uniformarsi al provvedimento, nato per rendere più severi gli accertamenti effettuati durante la revisione. Si auspica, in questo modo, di poter consentire la circolazione solo ai veicoli ritenuti effettivamente idonei e di ridurre, quindi, il numero di incidenti. Il decreto indica anche cosa può accadere in casi di “re-immatricolazione” di un mezzo già immatricolato in precedenza in un altro Stato della UE. La documentazione relativa al controllo effettuato al di fuori dei nostri confini sarà valida anche in Italia, ma la regolarità con cui sottoporsi a un successivo accertamento sarà stabilita dalle norme in vigore.
Le sanzioni per gli irregolari
Chi viene sorpreso senza avere effettuato la revisione auto nei periodi prescritti dalla legge va incontro a conseguenze tutt’altro che irrelevanti. È prevista infatti una sanzione pecuniaria che può andare da 169 a 679 euro. L’importo può addirittura raddoppiare per chi non effettua la regolare procedura per più di una volta. Fino al momento in cui l’accertamento non viene eseguito è inoltre impossibile poter circolare.
Si possono riscontrare problemi anche qualora il certificato di revisione mostrato sia falso. In questo caso la multa può andare da 398 a 1.596 euro. Ulteriori effetti negativi possono esserci anche per i centri incaricati di effettuare la revisione.[ Qualora venisse accertato il mancato rispetto delle modalità e dei termini stabiliti, il centro revisione è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 422 a euro 1.695. Le verifiche sono periodiche: in caso di tre violazioni nell’arco di due anni, all’officina sarà tolta la concessione. Prevista, inoltre, la cancellazione dal registro dopo avere riscontrato una documentazione falsa.
L’introduzione della nuova normativa europea ha reso inoltre più rigide le misure ai danni d chi arriverà a falsificare il numero di chilometri percorsi dalla vettura. Una volta portata a termine la revisione, spetta infatti ai centri incaricati efffettuare la comunicazione online al Ministero dei Trasporti – Motorizzazione per inserirsi nel certificato abbinato a ogni mezzo.
Non mancheranno ovviamente i controlli per verificare che il dato indicato nella piattaforma sia corretto. In caso di discordanza sono previste “sanzioni effettive, proporzionate, dissuasive e non discriminatorie“.
Revisione auto: nessuna modifica alla frequenza dei controlli
L’introduzione della nuova normativa a livello europeo non comporta comunque alcun cambiamento sul momento in cui sottoporre il proprio veicolo alla revisione. Il primo accertamente deve essere infatti effettuato a quattro anni di distanza dal momento dell’immatricolazione. Successivamente la scadenza è fissata ogni 24 mesi. Non è previsto alcun limite di tolleranza.
Gli automobilisti italiani che temevano un rialzo dei costi da sostenere possono comunque stare tranquilli. Chi deciderà di effettuare la revisione presso le sedi provinciali della Motorizzazione civile dovrà infatti pagare 45 euro. L’mporto sale invece a 66,88 euro per chi decide di rivolgersi ai centri privati convenzionati.
Cosa accade in caso di esito negativo? Le situazioni che si possono verificare sono due. Qualora l’addetto dovesse riscontrare qualche lieve difetto, ma comunque non al punto tale da causare possibili pericoli a se stessi e agli altri conducenti, la circolazione sarà comunque consentita. Entro 30 giorni l’automobilista sarà comunque chiamato a effettuare una nuova revisione. Qualora invece i problemi emersi dovessero essere più gravi, sarà vietato continuare a utilizzare il veicolo. Entro 24 ore sarà necessario portarlo in un’officina in grado di risolvere la situazione. Solo allora sarà possibile tornare a mettersi al volante del mezzo.
Aggiornamento del 18/05/2018: rimandata la riforma della revisione al 2019
Con decreto dirigenziale n° 211 del 18 maggio 2018, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha prorogato l’entrata in vigore delle nuove regole per la revisione delle automobili. La data per l’introduzione del nuovo certificato è fissata al 31 marzo 2019.
Il 21 maggio, però, rimane data valida per l’obbligo di adeguamento ai requisiti minimi del personale tecnico addetto alle revisioni nei centri privati e di superamento di un esame di abilitazione.
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