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Come ottenere un prestito: documenti e requisiti necessari
di Marco Mattioli | 14-02-2017 | PrestitiEOLO Più
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36.95 €/MESESapere come richiedere un prestito o come ottenere un finanziamento è un compito che coinvolge sempre più cittadini e famiglie italiane. Vuoi per la crisi generale, vuoi per le difficoltà economiche legate a precariato e contratti a progetto, sono sempre di più coloro che si trovano a rivolgersi alle banche per ottenere una maggiore liquidità e per far fronte alle emergenze.
Il problema è che, dato il proliferare di richieste non supportate da uno stipendio fisso o da garanzie solide, banche e finanziarie devono stabilire dei requisiti più stringenti da soddisfare prima di concedere un finanziamento.
Prima di valutare quindi le soluzioni proposte dai vari istituti di credito (compresi quelli online) e avviare una trattativa, è buona norma essere sicuri di poter offrire tutta la documentazione necessaria e di poter garantire i requisiti richiesti comunemente da chi eroga prestiti e finanziamenti.
Quale documentazione ci serve per ottenere un prestito?
Iniziamo quindi a capire che tipo di documentazione ci serve per ottenere un prestito o un finanziamento. Questa si compone in documentazione fiscale, utile per identificare il richiedente, documentazione economica, per analizzare la sua situazione reddituale, e quella relativa alla Cessione del Quinto, che può servire solo in caso di dipendenti indeterminati o pensionati INPS e INPDAP.
La documentazione fiscale
Il tipo di documentazione fiscale richiesto dipende dalla nostra cittadinanza. Se siamo cittadini italiani dovremo fornire un documento di identità in corso di validità (carta di identità o patente) uniti al nostro codice fiscale.
I cittadini dell’Unione Europea oltre alla carta di identità dovranno mostrare un certificato di residenza contestuale e un’attestazione della regolarità di soggiorno o attestazione di iscrizione anagrafica.
I cittadini extracomunitari dovranno necessariamente essere in possesso di un documento di soggiorno.
La documentazione economica
Il modo per dimostrare la nostra capacità reddituale varia in base alla tipologia di inquadramento lavorativo. I lavoratori dipendenti dovranno allegare l’ultima busta paga, e talvolta il CUD. I lavoratori autonomi come di consueto mostreranno l’ultima dichiarazione dei redditi (col modulo F24 che ne dimostra i pagamenti). I pensionati possono mostrare invece il cedolino della pensione o il modello Obis M se sono pensionati INPS.
A prescindere dalla situazione lavorativa, è obbligatorio presentare documentazione su altri finanziamenti in corso, se presenti.
Alcuni istituti di credito richiedono anche una copia delle ultime bollette domestiche, per avere maggiori garanzie di trovarsi di fronte a un buon pagatore.
Quali sono i requisiti per ottenere un prestito
Premettiamo che ogni banca o finanziaria segue una sua linea di selezione per concedere un prestito, sebbene all’interno delle direttive disposte dalla Banca d’Italia.
Età massima e minima
Generalmente per richiedere un prestito occorre essere maggiorenni e con un’età non superiore ai 70 anni. È vero però che il limite di età massima può essere superato se l’istituto di credito lo ritiene un rischio accettabile.
La capacità di rimborso di un prestito
Busta paga, dichiarazione dei redditi, cedolino della pensione sono la cosa che una banca guarda prima di erogare un prestito. Ovviamente la nostra capacità di rimborso dovrà essere tale da poter sia sostenere le rate del prestito, sia le spese abituali. Facendo un esempio pratico: se abbiamo una busta paga di 1.200 euro al mese e paghiamo un affitto di 900 euro, saremo impossibilitati ad accollarci anche una rata mensile di 500 euro.
La presenza di un garante
Se la nostra capacità di rimborso non appare convincente, possiamo sempre indicare un garante (solitamente un parente o un amico), ovvero un terzo soggetto di fiducia che si assuma la responsabilità di coprire le nostre eventuali inadempienze con le rate, a patto che la sua capacità di rimborso sia compatibile con questo onere.
La polizza assicurativa (credit protection insurance)
Spesso le banche legano il prestito ad una polizza assicurativa (della quale pagheremo il costo, che sarà compreso nelle rate) in modo da tutelare se stesse e i richiedenti da un’improvvisa perdita della capacità di rimborso (una malattia o un licenziamento ad esempio). Ricordiamoci che anche il costo della polizza dovrà essere incluso nel TAEG del nostro prestito.
Dobbiamo essere consapevoli che, quando una banca apre l’istruttoria sulla base della nostra richiesta di finanziamento, andrà a consultare le liste delle Centrali di Rischio (come quella del CRIF) per verificare che il nostro nome non sia presente. In queste liste vengono elencati i cosiddetti cattivi pagatori, ovvero coloro che hanno avuto dei problemi nel pagamento di un precedente finanziamento, che hanno causato un rimborso in ritardo delle sue rate. Essere presente nella lista dei cattivi pagatori compromette seriamente la nostra possibilità di ottenere un nuovo prestito, comunque una volta saldati i nostri debiti con le banche, passato un certo lasso di tempo (variabile a seconda della gravità dei nostri ritardi) verremo automaticamente cancellati da questo tipo di liste e ripristineremo la nostra credibilità presso gli istituti di credito.
Quale documentazione deve fornire la banca
Fino adesso abbiamo parlato di documentazione che il richiedente deve fornire alla banca, ma anche la persona che richiede un prestito deve essere pienamente informata circa le condizioni applicate, e le banche hanno l’obbligo di indicare chiaramente i seguenti dati:
- modalità e ammontare complessivo della somma da erogare
- tasso di interesse del prestito
- la percentuale del TAEG
- costi e commissioni in caso di variazioni del contratto
- tutte le spese accessorie per apertura, gestione e chiusura del prestito
- scadenza e ammontare delle singole rate
- un chiaro resoconto delle garanzie richieste al richiedente
E’ molto importante leggere bene il contratto del nostro prestito, per vedere se sussiste la possibilità della banca di poter variare le condizioni contrattuali in corso. Questo può avvenire solo se il richiedente ha sottoscritto un’apposita clausola e ci sia un motivo concretamente valido da parte della banca per tali modifiche post stipula.
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