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TIM abbandona l’adeguamento all’inflazione? Che cosa sappiamo finora
di Silvio Spina | 06-02-2024 | News Internet Casa, News TIMIn queste ore stanno circolando rumors e indiscrezioni relative alla clausola sull’adeguamento dei prezzi che TIM dovrebbe applicare da quest’anno, a partire dal primo giorno di aprile. Secondo alcune fonti, l’operatore potrebbe aver abbandonato l’idea di utilizzare il meccanismo basato sull’indice dell’inflazione: ma è davvero così?
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36.95 €/MESEUna delle notizie che ha fatto maggiormente discutere lo scorso anno è stata l’introduzione della clausola relativa all’adeguamento dei prezzi all’indice dell’inflazione da parte di TIM (in realtà già ufficializzata a fine 2022). Di cosa si tratta? Su alcune offerte di rete fissa e mobile dell’operatore (la lista dei piani coinvolti si è allungata durante i mesi del 2023, arrivando a coinvolgere tutte le principali soluzioni del listino), il costo mensile potrà essere adeguato annualmente in base all’andamento dell’indice di inflazione (IPCA) rilevato dall’ISTAT, con l’aggiunta di un coefficiente fisso di maggiorazione pari al 3,5%. Questo aumento complessivo, dato dalla somma dell’IPCA e del coefficiente di maggiorazione, non potrà superare il 10%.
La prima variazione annuale del costo mensile delle offerte coinvolte dovrebbe arrivare il 1° aprile 2024, in base al valore dell’IPCA per l’anno solare 2023, aumentato del coefficiente sopraccitato. Tale adeguamento si dovrebbe ripetere ogni anno, considerando sempre il valore dell’IPCA dell’anno solare precedente.
Ma perché stiamo utilizzando il condizionale? I nostri colleghi di MondoMobileWeb.it hanno notato che sul portale dell’operatore sono spariti i riferimenti alla clausola, ipotizzando un dietrofront da parte della compagnia, probabilmente a seguito delle nuove regole AGCOM sul tema introdotte a dicembre, con lo scopo di tutelare la clientela dal nuovo sistema di aumenti.
Sommario
Le principali regole dell’AGCOM sull’adeguamento annuale dei prezzi
In particolare, ecco le principali disposizioni dell’Autorità Garante per le Comunicazioni che potrebbero aver indotto TIM a fare retromarcia:
- diritto di recesso: deve essere garantito il diritto di recesso senza costi per gli utenti, in presenza di correttivi.
- accettazione esplicita dell’utente: le modifiche contrattuali con clausola di adeguamento richiedono l’esplicita accettazione scritta dell’utente.
- aumenti e riduzioni: gli operatori possono applicare il meccanismo di adeguamento per aumentare il canone, ma dovranno anche ridurlo in caso di indice al ribasso.
- primo anno senza adeguamenti: nessun adeguamento potrà essere effettuato nei primi 12 mesi dall’attivazione dell’offerta.
- tutela contro aumenti superiori al 5%: in caso di incrementi superiori a questa percentuale, deve essere offerta la possibilità per gli utenti di passare a un piano simile senza il meccanismo di adeguamento e senza costi aggiuntivi.
- obbligo di comunicazione: le informazioni sull’adeguamento devono essere chiare e comprensibili, incluse nella descrizione delle offerte e messe in evidenza su tutti i canali di comunicazione.
Adeguamento dei prezzi all’inflazione TIM: è stato davvero abbandonato?
Abbiamo tentato di entrare in contatto con TIM per un chiarimento sulla vicenda ma non siamo riusciti ad ottenere delle informazioni chiare e precise in merito. Tuttavia, facendo una ricerca più approfondita sul sito della compagnia, ci rendiamo conto che il riferimento alla clausola non è totalmente sparito.
Ad esempio, tra le condizioni d’uso dell’opzione TIM UNICA Power (l’offerta che consente ai clienti fissi e mobili di ottenere giga illimitati sulla sim e altri vantaggi), è ancora presente (addirittura scritto in maiuscolo). Non solo: se accediamo alla sezione dedicata alle offerte per Partita IVA e PIM di TIM, ci rendiamo conto che anche in questo caso la clausola è ancora li, senza alcuna variazione sul meccanismo e sulla data in cui verrà introdotta.
Che si tratti solo di una questione di tempo, prima che venga cancellata anche da queste sezioni? E che cosa accadrà a tutti i contratti Consumer sottoscritti in questi mesi o rimodulati, che prevedevano proprio l’adeguamento all’inflazione? Verranno aggiornati alle presunte nuove condizioni o resterà in vigore il meccanismo solo per le offerte in cui era stato introdotto?
La situazione è tutt’altro che chiara: solo TIM potrà far luce sui dubbi che stanno sorgendo a seguito della decisione di eliminare i riferimenti alla clausola in alcune pagine delle principali offerte. Se riusciremo ad ottenere informazioni dalla compagnia o vi saranno delle news in merito, vi aggiorneremo.
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