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Adeguamento prezzi Internet all’inflazione: le nuove regole AGCOM per tutelare gli utenti
di Silvio Spina | 22-12-2023 | News Iliad, News Internet Casa, News TIM, News Vodafone, News WindTreNovità per quanto riguarda l’adeguamento dei prezzi Internet in base all’inflazione: qualche giorno fa l’AGCOM, con il via libera al nuovo regolamento sui contratti relaviti alle comunicazioni elettroniche, ha dato via libera a questo particolare meccanismo, ma con alcuni paletti che andranno a tutelare innanzitutto gli utenti.


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153.03 €/MESEL’adeguamento dei prezzi in linea con l’indice dei prezzi al consumo è stato uno dei temi più dibattuti e controversi di questo 2023 ormai agli sgoccioli: alcuni operatori Internet casa e mobile, infatti, hanno introdotto sui propri contratti una clausola che prevede la possibilità di incrementare il canone delle offerte in base all’inflazione, secondo l’indice ISTAT. In un contesto economico segnato da incertezza e aumento dei prezzi, l’adozione di questo sistema di rimodulazione era nell’aria già da qualche tempo, anche se non tutte le compagnie, almeno per ora, hanno deciso di introdurlo.
I timori e i dubbi sollevati finora, stando anche alle informazioni contenute nei contratti modificati dai gestori, erano diversi. ad esempio:
- la possibilità di ritrovarsi in poco tempo un canone più alto rispetto a quello previsto in fase di attivazione;
- l’impossibilità di cambiare operatore o dismettere il servizio esercitando il diritto di recesso (trattandosi di una condizione contrattuale);
- l’aumento previsto sarebbe stato appesantito da un coefficiente di maggiorazione, applicato dallo stesso operatore.
Qualche giorno fa, l’AGCOM ha varato il nuovo regolamento sui contratti legati ai servizi di comunicazione (tra cui telefono e Internet) per la disciplina dei rapporti tra operatori e utenti finali: sul documento l’autorità garante ha dato sì il via libera all’adeguamento dei prezzi, ma con alcuni importanti paletti e limiti che vanno a tutelare maggiormente il consumatore. Scopriamo come.
Sommario
Indice di riferimento e diritto di recesso
Il regolamento specifica che l’indice che dovrà essere utilizzato per adeguare i contratti è l’Indice Nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), escludendo i tabacchi. Gli operatori possono applicare l’indice ISTAT direttamente o con correttivi, come soglie minime di aumento o mark-up. Importante sottolineare che, in presenza di correttivi, gli utenti avranno il diritto di recedere senza costi in caso di aumento del canone.
Necessaria l’esplicita accettazione dell’utente
Ogni modifica contrattuale che prevede clausola di adeguamento periodico all’indice dei prezzi al consumo richiederà l’esplicita accettazione scritta dell’utente. In assenza di tale consenso, le condizioni contrattuali preesistenti resteranno valide.
Si agli aumenti, ma anche alle riduzioni
Per proteggere ulteriormente i consumatori, il regolamento impone che gli operatori possano applicare l’adeguamento dei prezzi all’inflazione, sia per aumentare il canone, ma anche per ridurlo, nel caso in cui l’indice di riferimento si abbassasse.
Primo anno senza adeguamenti
Secondo il regolamento AGCOM, non sarà possibile applicare l’adeguamento prima di 12 mesi dall’attivazione dell’offerta.
Tutela contro gli aumenti superiori al 5%
In caso di incrementi superiori al 5% sul prezzo del servizio, gli utenti potranno passare a un’offerta simile senza il meccanismo di adeguamento e senza costi aggiuntivi.
Obblighi di Comunicazione
Le informazioni sull’adeguamento dovranno essere chiare e comprensibili. Inoltre, le clausole di indicizzazione devono essere incluse nella descrizione delle offerte e messe in evidenza su tutti i canali di comunicazione, inclusi siti web, TV, social network, e materiali pubblicitari. Previsto anche l’obbligo per gli operatori di inserire una tabella con gli incrementi del canone per vari indici di inflazione. Inoltre, dovrà essere messo a disposizione un tool di calcolo del canone, direttamente sul sito web del provider.
Insomma, i punti AGCOM rappresentano un passo importante nella tutela dei consumatori e forniscono delle regole più chiare per sull’adeguamento dei prezzi all’inflazione. Vedremo come gli operatori che hanno deciso di inserire questa clausola nei contratti modificheranno le condizioni in base a quanto previsto dal nuovo regolamento.
Adeguamento prezzi Internet: quali operatori lo prevedono.
Attualmente sono tre i provider che hanno annunciato il meccanismo di adeguamento. Ecco cosa prevedono:
TIM: “dal 1/04/2024 Il costo mensile dell’offerta sarà incrementato annualmente in misura percentuale pari all’indice di inflazione (IPCA) ISTAT, non tenendo conto di eventuali valori negativi, più un coefficiente pari a 3,5 punti percentuali. L’incremento complessivo non potrà superare il 10%“;
WINDTRE: “da gennaio 2024, in caso di variazione annua positiva dell’indice nazionale dei prezzi al consumo FOI rilevata da ISTAT nel mese di ottobre dell’anno precedente, WINDTRE ha titolo di aumentare il prezzo mensile del Servizio di un importo percentuale pari alla variazione di tale indice o comunque pari almeno al 5% ove tale variazione fosse inferiore a detta percentuale“.
EOLO: “il canone sarà adeguato, per la prima volta, dopo 12 mesi dalla data di attivazione del Servizio stesso e l’entità della variazione sarà pubblicata sul sito web di EOLO due mesi prima della sua entrata in vigore, con riferimento all’ultimo indice FOI annuale disponibile al momento della suddetta pubblicazione. A seguito della prima applicazione, tale adeguamento interverrà per ciascun cliente con cadenza annuale. In caso di promozioni che prevedano il prezzo bloccato per un primo periodo di tempo: (i) se tale periodo è inferiore a 12 mesi, l’adeguamento interverrà in ogni caso per la prima volta dopo 12 mesi dalla data di attivazione del Servizio; invece (ii) se tale periodo è superiore a 12 mesi, l’adeguamento interverrà per la prima volta alla data di scadenza del periodo di prezzo bloccato”.
Attendiamo di sapere se e come tali condizioni cambieranno a seguito dell’introduzione delle nuove regole da parte dell’AGCOM e se anche altri provider decideranno di abbracciare questo meccanismo a partire dal prossimo anno.
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