Differenza tra diritto di recesso e diritto di ripensamento

di | 18-05-2018 | News Gas e Luce, Notizie Gas

Differenza tra diritto di recesso e diritto di ripensamento
Confronta

Scegliere un’offerta luce o gas del mercato dell’energia, non è un’impresa facile. Esistono, infatti, tantissime promozioni dalle condizioni economiche diverse e, a volte, non si hanno ben chiari tutti i parametri da tenere in considerazione per sottoscrivere la tariffa più adatta alle proprie esigenze. Non è raro, quindi, che si sottoscriva un’offerta sbagliata. In questo caso è possibile chiedere al fornitore, con il quale si è firmato il contratto di inizio fornitura, l’annullamento del contratto.

Prima di procedere con le varie pratiche da svolgere è bene sapere, però, che esistono due possibilità di richiesta di annullamento di un contratto: esse si basano sul diritto di ripensamento e sul diritto di recesso. Sono due termini simili ma da non confondere in quanto fanno riferimento a situazioni diverse. Conoscere la differenza tra i due diritti è, quindi, fondamentale poiché si differenziano per tempistiche, documentazione e possibilità di essere effettuati.

Analizziamo caso per caso.

Sommario

Diritto di ripensamento

Il diritto di ripensamento si ha quando un cliente, immediatamente dopo aver stipulato un contratto di fornitura luce o gas si accorge che l’offerta che ha sottoscritto non risponde alle sue esigenze di consumo o semplicemente non è soddisfatto delle condizioni previste dal piano tariffario. In tal caso l’utente può avvalersi del diritto di ripensamento qualora non siano passati ancora 14 giorni dalla sottoscrizione della tariffa.

Grazie al diritto di ripensamento, dunque, il cliente finale ha la possibilità di annullare il contratto e per farlo ha a disposizione 14 giorni di tempo senza che debba provvedere al rilascio di alcuna motivazione e senza dover assolvere a nessun onere.

I 14 giorni per l’annullamento partono dalla data di sottoscrizione del contratto e la richiesta deve essere inoltrata tramite i canali ufficiali del fornitore ossia via fax, tramite raccomandata oppure posta elettronica certificata.

Va sottolineato che non sempre è possibile appellarsi a tale diritto: possono esercitare il diritto di ripensamento solo i clienti che non hanno stipulato il contratto di fornitura di luce e gas presso gli uffici del fornitore. In altre parole, possono richiedere il diritto di ripensamento solo i clienti che hanno stipulato il contratto di fornitura telefonicamente, via internet o nei centri commerciali.

Diritto di recesso

Il diritto di recesso da un contratto di fornitura elettrica o del gas è un annullamento che può essere richiesto in qualsiasi momento e da qualsiasi cliente, indipendentemente dal luogo o dalla modalità con il quale è stato stipulato il contratto.

I motivi possono essere i più svariati, anche se di solito il diritto di recesso è esercitato da chi deve cambiare residenza.

La comunicazione deve essere inoltrata al fornitore dopo aver compilato l’apposito modello, che potete trovare sul sito internet del fornitore, oppure recandovi in uno degli sportelli presenti sul territorio. La recessione dal contratto non è una pratica tempestiva, anzi richiede un certo preavviso da dare al fornitore. Tale termine di preavviso non deve essere superiore ad un mese e il periodo viene contato a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui il fornitore riceve la comunicazione con la richiesta di rescissione.

L’interruzione del contratto è, di solito, gratuita anche se in ogni caso è previsto il pagamento dell’ultima bolletta con un conguaglio finale.

Come passare ad un altro fornitore

Se avete intenzione di passare ad un altro gestore del mercato, prima vi consigliamo di utilizzare il nostro comparatore di offerte online. La comparazione delle diverse offerte del mercato è uno strumento efficace per non sbagliare piano tariffario e aderire alla promozione adatta alle vostre necessità.

Per cambiare gestore non è necessario richiedere l’annullamento del contratto. Per poter attivare una nuova fornitura, vi basterà svolgere la pratica direttamente con il nuovo fornitore, recandovi ad uno sportello o per via telefonica.

Per farlo dovete avere a porta di mano i seguenti documenti:

Il passaggio dal vecchio al nuovo contratto viene effettuato tramite le società coinvolte, questo per agevolare i consumatori che potrebbero andare in confusione con i diversi iter burocratici, poiché in questo caso, il recesso non viene applicato. In altre parole il recesso viene effettuato esclusivamente per la chiusura definitiva dell’utenza (come per esempio quando si lascia una abitazione).

Mentre, come accade per il recesso, anche nel caso in cui si voglia cambiare fornitore, il precedente gestore potrà richiedere il pagamento del conguaglio dei consumi.

L’attivazione della nuova tariffa non sarà immediata, la procedura potrebbe richiedere circa 60 giorni. Durante questo periodo il cliente continuerà ad usufruire dei servizi della vecchia compagnia e a ricevere le relative bollette.

Si invita il lettore a verificare che le eventuali offerte descritte nel post siano ancora attivabili e vengano proposte alle stesse condizioni economiche

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