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Temperatura ideale per la salute: quanti gradi in casa?
di Raffaele | 12-11-2015 | News Gas e Luce[""]

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153.03 €/Gli esseri umani hanno la capacità di adattarsi alla condizioni climatiche avverse, una capacità che deriva più dall’intelligenza nel far fronte alle difficoltà con la “tecnica”, che non alla capacità del corpo di adattarsi a condizioni distanti dall’optimum.
Questo però non può farci dimenticare l’importanza per l’uomo del rispetto del giusto rapporto fra temperatura e umidità.
A contribuire infatti alle condizioni di benessere o meno del nostro corpo, non è solo la temperatura effettiva, ma la cosiddetta temperatura percepita: particolari condizioni di umidità così come di ventilazione modificano la percezione che il nostro organismo ha della temperatura.
L’indice Humidex, utilizzato per valutare il benessere biometereologico dell’uomo in relazione all’umidità e alla temperatura, colloca il rapporto ideale tra i 18-24 °C di temperatura e il 40-60% di umidità (la percentuale di vapore acqueo presente nell’aria).
Immaginando una persona adulta le temperature con relativi tassi di umidità ideali sarebbero:
- con 18° di temperatura, un’umidità del 100%;
- con 19° di temperatura, un’umidità dell’80%;
- con 20° di temperatura un’umidità del 60%;
- con 21,5° di temperatura, un’umidità del 40%;
- con 23° di temperatura, un’umidità del 20%
Ma questi numeri variano anche in funzione di alcune caratteristiche delle persone, quali l’età ad esempio, ma soprattutto particolare patologie. Non ultimo l’ambiente in cui sono scresciute e abituate a vivere.
Condizioni sub-ottimali portano a reazioni fisiche: sudorazione o brividi se la temperatura è troppo alta o troppo bassa e per l’umidità ad esempio sotto il 20% l’aria diventa troppo asciutta e può causare altri tipo di problemi: secchezza alle fauci e alle vie respiratorie, rischio di infiammazione, fastidio a respirare e difficoltà nel produrre saliva.
A queste reazioni va aggiunto anche lo stress derivante dalle condizioni di temperatura e/o umidità non corretta, ed anche lo stress porta a conseguenze sul piano prima psicologico poi sul lungo periodo anche fisico.
In tutto questo quadro si inserisce quindi la legge nazionale che fissa un limite di temperatura per le abitazioni e gli uffici, con due gradi tolleranza: oltre i 22 gradi possono scattare sanzioni.
Questi valori di temperatura, infatti, sono considerati ottimali, nella stagione invernale, per la vita quotidiana e le attività lavorative dagli esperti internazionali che studiano il cosiddetto “comfort climatico”.
Va considerato anche che, inseguendo un’assolutamente ipotetica temperatura o umidità ideale, possiamo ottenere “soglie differenziali” esagerate rispetto alla temperatura esterna (15-20 gradi, 30-40% umidità) questo è DANNOSO per l’organismo. Gli sbalzi provocano forti stress fisici, sono “agenti stressanti”: sappiamo ad esempio da una ricerca effettuata presso la Yale School of Public Health che ampi cambiamenti di temperatura all’interno della stessa giornata sono associati a una più elevata ospedalizzazione per ictus!
Per questo ogni considerazione deve modellarsi sulla temperatura esterna, avvicinando le esigenze alla soglia più bassa laddove il clima è più rigido e a quella più alta dove e quando il clima fuori casa è più caldo. Da una parte settando i riscaldamenti a temperature più basse (meglio può fare chi è dotato di impianto autonomo magari con pompa di calore) e dall’altra evitando di consumare troppa corrente impostando temperature più elevate per l’impianto di aria condizionata. In questo modo e per entrambi i casi, riusciremo a garantirci un risparmio di energia elettrica ed anche una salute migliore.
Utilizzare un termometro da esterno e con lettura anche della temperatura interna, che sia preciso e affidabile, è un’ottimo modo per prendere decisioni informate giorno per giorno, e magari in futuro avere un sistema automatico che ottimizzi il tutto.
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